"Quello che è accaduto conferma da un lato la scarsa considerazione che la comunicazione istituzionale nella Pubblica amministrazione continua ad avere nel nostro Paese; dall'altro la inadeguatezza degli staff delle organizzazioni pubbliche, dove mancano figure centrali di riferimento in grado di programmare e gestire le attività di comunicazione istituzionale". Così Stefano Cianciotta, direttore del Corso di perfezionamento in Comunicazione istituzionale alla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e consulente del Ministero della Difesa, commenta le polemiche sorte intorno al titolo del convegno previsto domani e poi annullato all'Università di Teramo. "Al di là delle analisi di clima e della rilevazione dei fabbisogni formativi che hanno fatto la fortuna di tante società di consulenza, molte amministrazioni non hanno mai fatto una seria ricognizione delle proprie organizzazioni, valutando le competenze reali di chi opera in ambiti così strategici e sensibili. Le strategie di comunicazione, soprattutto adesso che i social inevitabilmente diventano lo strumento principale e anche il più rapido con il quale doversi misurare, devono essere affidate a esperti e non possono essere improvvisate. Questo accade - continua Cianciotta - perché in Italia la politica in generale continua a non investire sul capitale umano, a non considerarlo propedeutico alla efficienza della Pa, e quindi alla qualità dei servizi erogati e del suo operato".
"Tutti ricorderanno, ad esempio, la magra figura del ministro della Salute Lorenzin con le campagne sul fertility day e gli stili di vita corretti, affidate a un avvocato che nulla sapeva di comunicazione, e che probabilmente non aveva nemmeno le sensibilità necessarie per valutare l'impatto che una immagine avrebbe prodotto all'esterno. Quello che è accaduto pone un serio interrogativo anche e soprattutto sul profilo di competenza della classe dirigente abruzzese".
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