(ANSA) - PESCARA, 22 OTT - Per la produzione di olio
extravergine d'oliva in Abruzzo si stima, fino a questo momento,
un calo tra il 20% e il 30%, causato principalmente dalle
anomalie climatiche, comunque meglio di altre regioni del Sud, a
partire dalla Puglia. Lo fa sapere Coldiretti Abruzzo
sottolineando che il calo produttivo colpisce "un settore che ha
già pagato un conto salatissimo all'emergenza Covid. A pesare
soprattutto il crollo delle vendite per la chiusura del canale
ristorazione. Per sostenere la ripresa del settore servono
massicci investimenti pubblici e privati, a partire da un piano
straordinario di comunicazione sull'olio che rappresenta
all'estero un prodotto simbolo della dieta mediterranea. Le
previsioni per la campagna appena avviata sono di una flessione
produttiva, accompagnata però da un buon livello qualitativo del
prodotto". La pandemia ha fatto sentire i suoi effetti anche con
la necessità di garantire una raccolta sicura, con il rispetto
rigoroso delle norme anti contagio. Ha inciso sulle imprese
olivicole italiane anche il crollo del 44% dei prezzi pagati ai
produttori, scesi a valori minimi che non si registravano dal
2014. Coldiretti ricorda che il comparto olivicolo conta in
Abruzzo circa 6 milioni di piante su circa 46mila ettari che
rappresentano circa il 50% della superficie agricola arborea
utilizzata: un totale di circa 60mila aziende di cui 15mila
coltivano prevalentemente olivo, oltre 350 frantoi e tre Dop
presenti nelle province di Chieti (Colline Teatine), Pescara
(Aprutino Pescarese) e Teramo (Pretuziano delle colline
teramane). La produzione media abruzzese è di circa 14mila
tonnellate di olio negli anni di carica. (ANSA).