WASHINGTON - "Ho ordinato l'attacco alla Siria". Così Donald Trump ha sciolte le riserve sull'intervento in Siria, insieme a Francia e Gran Bretagna, in diretta tv mentre i missili stavano già colpendo gli obiettivi ritenuti collegati alla produzione di armi chimiche.
Sarebbero oltre 100 i missili lanciati da Usa e i due alleati contro tre siti chimici del regime siriano, ma "un numero considerevole" sarebbe stato "intercettato e abbattuto" dai sistemi di difesa di Damasco.
E' la versione di Mosca sull'attacco che presenta ancora numerosi punti oscuri, a partire dalle modalità del coordinamento dell'azione e dal fatto che questa sia stata preventivamente comunicata al Cremlino: una circostanza negata dal capo di Stato maggiore delle forze armate americane, Joseph Dunford, e invece sostenuta dalla ministra della Difesa francese, Florence Parly. L'attacco è stato ordinato dal presidente americano Trump che ha sciolto le riserve a una settimana dall'attacco chimico alla città siriana di Duma ed ha agito in stretto coordinamento con Londra e Parigi. Trump ha annunciato l'azione in un drammatico discorso alla nazione in diretta tv, in cui ha insistito sulla necessità di agire contro i crimini e la barbarie perpetrati dal regime di Bashar al Assad, definito "un mostro" che massacra il proprio popolo. E i primi missili Tomahawk sono partiti proprio mentre il presidente stava ancora parlando, intorno alle 21 ora di Washington, le tre del mattino in Italia.
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