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Libri: il Marocco del XXI secolo raccontato per personaggi

Habib Mazini disegna pregi e virtù del suo Paese

20 febbraio, 10:34

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 20 FEB - Un Paese, il proprio, da raccontare, senza infingimenti e senza piegarsi ad una logica salvifica. E' quello che ha fatto (o, almeno, ha tentato di fare: il giudizio lo lascia ai lettori) lo scrittore marocchino Habib Mazini che ha scelto di chiamare ''Il patriota irriconoscente'' (edizioni La Croisée des chemins) il libro con il quale ha cercato di onorare il suo impegno di raccontare vizi e virù, pregi e pecche, eccellenze e mediocrità della gente del Regno, Paese impegnato in una titanica opera di modernizzazione, che però spesso cade in errori difficili da evitare. La stessa definizione che si attribuisce, appunto quella di patriota, ma irrivente, fa capire come Mazini hanno voluto andare al fondo alla problematica di ''spiegare'' i suoi connazionali e lo ha fatto con 47 profili (elencati in ordine alfabetico), a simbolo delle tante facce del Marocco di oggi, che guarda al futuro con fiducia ed ambizioni, ma che non può certo tagliare i ponti con il passato. Mazini si occupa di tutto di quello che definisce il marocchino tipo del XXI secolo:cosa e come mangia, come si comporta nelle assemblee, il rapporto con il sesso, la condizione femminile, dando spazio alla hogra, parola con cui si sintetizza la rabbia che il cittadino medio porta verso il potere e le sue manifestazioni.

E poi c'è il comportamento dell'automobilista marocchino e di come esso sia alla base della strage quotidiana sulle strade, dove le regole che esistono sono sistematicamente ignorate per il fatto stesso di essere state imposte. La strada, commenta amaramente Mazini, è oramai una arena che ci si contende a colpi di ''inciviltà, sputi ed insulti''. Lo scrittore, sempre intingendo l'ideale pennino nel curaro, fa poi delle corrosive considerazioni del rapporto dei marocchini con il vino. Che dovrebbe essere un controsenso, essendo la consumazione degli alcolici vietata, ma tollerata al punto che la media nazionale definisce un consumo pro capite di 4,3 litri all'anno. Il marocchino, per lo scrittore, usa l'alcol ''per affogare i suoi dispiaceri'' o per ''rinfrescare sentimenti bellicosi''.

Al sito La Vie economique, che lo ha intervistato alla vigilia dell'uscita del libro, Habib Mazini spiega il perchè di un titolo così tranchant: ''irriverente non significa insultante o disilluso. L'irriverenza riflette piuttosto la passione per l'oggetto, in questo caso il mio Paese. Lo scopo del mio libro è quello di conciliare il marocchino con il Marocco, l'unico modo per evitare il disagio lo ci circonda''. E Mazini riserva un giudizio caustico con alcune figure (medico, giudice, docente universitario), invitate a ''ristabilire il contatto con i fondamenti etici della loro professione. Possiamo guarire, giudicare o insegnare astraendoci dalle realtà sociali e culturali?''. (ANSAmed).

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