(di Alfonso Neri)
(ANSAmed) - MILANO, 9 APR - Lombardia e Milano. Poi tutto il
Nord Ovest, ma male anche il Veneto. Non e' una bella fotografia
quella scattata dal Cerved sulla diffusione dei fallimenti,
perche' colpisce gran parte del cuore produttivo dell'Italia. E
la crisi, soprattutto dall'anno scorso, e' arrivata anche in
Campania e Lazio, dove l'esplosione di 'crack' aziendali nel
2011 e' stata rispettivamente del 30 e del 23%.
Secondo dati del gruppo di analisi d'impresa e di valutazione
del rischio di credito esaminati dall'ANSA, dal 2009 - anno dal
quale i fallimenti sono esplosi con la crisi mondiale - sono
17mila i crack di imprese del Nord, con l'area Occidentale
(Lombardia e soprattutto Milano, poi Piemonte e Liguria) in
chiara difficolta', mentre 'tiene' meglio il Nord Est, anche se
il Veneto fatica. E parecchio. Un quarto delle chiusure sono
invece di imprese meridionali (8.358), il 22% del Centro Italia,
con 7.284 fallimenti. Anche uno studio sulla frequenza dei
crack, cioe' il numero di imprese chiuse ogni 10mila attive
(Insolvency ratio, Ir), conferma il dato: dall'inizio della
crisi la Lombardia e' prima con un tasso di oltre 27 aziende che
hanno cessato l'attivita' per fallimento ogni 10mila aperte. E
Milano e' prima tra le province con un Insolvency ratio a quota
34. Quasi la meta' dei 33mila fallimenti totali (oltre 15mila)
ha riguardato imprese che operano nel terziario, il 23% aziende
dell'edilizia (7.535), il 21% societa' manifatturiere (poco meno
di 7mila). Ma, confrontando le procedure di chiusura col numero
di imprese operative, e' evidente che i crack hanno colpito con
maggiore intensita' l'industria (che accusa un Insolvency ratio
nei tre anni di 38,7) e le costruzioni (28,5), rispetto ai
servizi (Ir 16,9) e agli 'altri settori' (9,1). E il problema
appare in ampliamento: nel solo anno scorso la Lombardia e'
arrivata a un Insolvency ratio di 30,7 punti, Milano di 39.
Ma nel 2011 il trend peggiore e' stato accusato da altre due
Regioni: per maggior numero di fallimenti in assoluto la prima
rimane la Lombardia (2.673, +9,8%), ma in Campania la crescita
del solo anno scorso e' stata quasi del 30% (esattamente del
29,6%, oltre quota mille imprese chiuse), e nel Lazio del 23,4%,
a un totale di 1.253 crack aziendali. Male anche in Veneto, dove
un tempo si diceva vi fosse un'impresa ogni abitante: e' la
seconda Regione dall'inizio della crisi per numero totale di
imprese chiuse (3.225) dopo la Lombardia (oltre 7mila) e seguita
da vicino dal Lazio (3.151).
Ma almeno l'anno scorso nella Regione piu' rappresentativa
del Nord Est il trend di fallimenti e' rallentato del 4% dopo il
boom del 34% accusato nel 2010. Per questi anni di recessione
l'Insolvency ratio del Veneto e' in media di 22,7 punti, mentre
i risultati migliori sono delle piccole Regioni: Valle D'Aosta
7,5, Basilicata 9, Molise 10,9. Nel 2011 in Italia - secondo
quanto gia' emerso dagli studi Cerved - si e' arrivati al
massimo livello di fallimenti da quando e' iniziata la crisi, a
12.094 'crack', che e' anche la quota piu' elevata da quando e'
stata riformata la disciplina del settore. Tra il 2009 e il 2011
per fallimento in Italia si sono persi 300mila posti di lavoro.
(ANSAmed).