L'attività, realizzata nei mesi scorsi, ha consentito di sviluppare il monitoraggio microclimatico utilizzando un sistema costituito da tre piattaforme, interconnesse tra loro, di misura ed elaborazione dei parametri ambientali basate su sensori "in situ, indoor e outdoor" e satellitari. Il sistema - hanno evidenziato Nicola Masini (responsabile del Cnr-Ibam di Tito e docente di Fondamenti di Restauro presso la Scuola di Architettura di Matera) e Angelo Donvito (Presidente della Digimat) - è finalizzato ad analizzare in tempo reale le problematiche conservative degli oggetti d'arte e degli ambienti architettonici in relazione alle variazioni spazio-temporali dei parametri ambientali. Il metodo servirà come metodo di buone pratiche da estendere ad altri siti rupestri e opere d'arte, e in particolare, a Matera, interesserà nei prossimi mesi anche la Chiesa del Cristo Flagellato, La Casa di Ortega e il Musma.
Il sindaco, Raffaele De Ruggieri, che è anche presidente della Fondazione Zetema, proprietaria della "Cripta del Peccato Originale" ha riferito che il sito rupestre è tornato fruibile, grazie a risorse del cinque per mille, dopo i restauri effettuati dalla società Cbc di Roma. Un ulteriore intervento riguarderà uno studio dei "licheni" che rappresentano alcuni dei fattori che incidono sul degrado dei siti rupestri.