L'odierna manifestazione contro la prevista distruzione delle armi chimiche siriane nel Mediterraneo è solo l'ultima di una serie cominciata mesi fa e che hanno coinvolto decine di migliaia di persone, le quali temono che le armi del regime di Damasco saranno distrutte in una zona di mare a 200 miglia nautiche (circa 370 km) a Sud-Ovest di Creta, troppo vicino, insomma, alla loro isola. A suscitare le preoccupate reazioni dei cretesi sono state le dichiarazioni rese all'emittente locale RadioCandia 93,6 FM da Vangelis Pissias, un attivista dell'iniziativa umanitaria 'Una nave per Gaza'. Ai microfoni della radio, Pissias pochi giorni fa aveva detto che - a suo parere - il divieto di pesca decretato dal ministero dell'Agricoltura a partire dallo scorso 24 maggio (due giorni prima delle elezioni europee) e sino al prossimo 22 luglio in un tratto di mare "a Sud-Ovest di Creta e a Sud del Peloponneso e delle isole ioniche" appariva alquanto sospetto: infatti proprio due mesi, secondo alcuni esperti Usa, occorrerebbero all'unità della marina Usa Cape Ray per distruggere il suo terribile carico.
Dalle seppur vaghe indicazioni di Pissias i cretesi hanno quindi desunto l'ipotetica distanza di circa 200 miglia nautiche tra la loro isola e l'asserito punto dove la Cape Ray procederà alla distruzione dell'arsenale chimico siriano. Il ministero dell'Agricoltura aveva comunque smentito le affermazioni dell'attivista sostenendo che il divieto di pesca in quella zona di mare era stato deciso in linea con le direttive europee per proteggere la fauna ittica dal rischio di esaurimento.
Prima di essere portato sul luogo in cui deve essere neutralizzato, l'arsenale siriano dovrà essere trasferito dalla città costiera di Latakia, in Siria, al porto di Gioia Tauro. Lì le sostanze chimiche saranno caricate a bordo della Cape Ray che è dotata di moderne strumentazioni per distruggere gli agenti chimici. La Cape Ray salperà quindi in direzione di una zona non precisata tra la Grecia, l'Italia e la Libia, dove 64 esperti dell'Edgewood Center, il più grande istituto di ricerca chimico e biologico delle forze armate Usa, provvederanno a distruggere il carico tossico. Secondo il Dipartimento della Difesa Usa, la Cape Ray trasporta circa 700 tonnellate di armi chimiche siriane tra cui il gas mostarda (iprite) e uno dei precursori del famigerato gas nervino Sarin, il methylphosphonyl difluoride. Gli esperti Usa stimano che per distruggere le sostanze chimiche mediante un processo di idrolisi occorreranno tra i due e i tre mesi. "Ma i rischi potenziali ed i pericoli insiti in tutta questa operazione sono enormi", ha avvertito giorni fa Evangelos Gidarakos, docente di ingegneria ambientale all'Università tecnica di Heraklion. "La tossicità di queste sostanze è talmente alta che se qualcosa va storto, soprattutto durante la fase critica in cui gli agenti chimici non sono stati ancora diluiti, le dimensioni della distruzione potrebbero essere disastrose non solo per l'ambiente ma per tutti gli organismi viventi in esso presenti". (ANSAmed).