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Turismo: Archeologia diventa 'social' con gli archeoblogger

Idee e proposte da Paestum per promozione e critica dei siti

14 novembre, 18:08

(Ansamed) - Paestum (Salerno), 14 nov - ''I beni culturali sono di tutti e la rete è il posto giusto perché la partecipazione alle scelte venga allargata al grande pubblico''. Così Cinzia Dal Maso, lancia l'incontro tra una decina di blogger italiani di Archeologia che per la prima volta in Italia si sono riuniti oggi per un dibattito pubblico all'interno della Borsa Mediterranea del turismo Archeologico di Paestum. La Dal Maso, che scrive sul blog ''Filelleni'', sottolinea il ruolo che i blogger possono aver nella promozione e nel miglioramento della fruizione dei siti italiani: ''I blogger di cibo o moda sono delle star - dice - a noi interesserebbe solo contribuire a creare una comunità di persone interessate all'archeologia e che sentano di avere voce in capitolo. Questo potrebbe aiutare anche il rilancio delle piattaforme del governo che, come ha detto oggi il sottosegretario Giordani, parte dal funzionamento del sito istituzionale della promozione del turismo''. L'apertura alla rete e l'indipendenza del blog permette anche di scrivere in maniera critica, come spiega Giuliano De Felice del blog Passatoefuturo.com: ''Racconto - dice - la mia esperienza quotidiana di ricercatore all'università cercando anche di far capire la diversità tra quello che si studia nella formazione accademica e come funziona l'archeologia sul campo.

Critico l'universitarià da dentro e questo mi ha permesso di migliorare anche il rapporto con gli studenti, di capire meglio le difficoltà che incontrano''. Dall'esperienza dei blogger arrivano anche nuove idee per l'innovazione dei musei. Francesco Ripanti, videoblogger che, anche in collaborazione con Stefano Costa, racconta gli scavi degli archeologi sul campo, pensa a una nuova frontiera per i musei: ''Realizzo interviste con archeoligi che raccontano la genesi degli scavi e dei ritrovamenti. Non sarebbe male mettere accanto alla teca con alcuni reperti uno schermo in cui lo stesso archeologo che li ha trovati li spieghi, raccontando come li ha riportati alla luce'' Apertura ''social'', quindi, ma anche sbocchi professionali per i blogger del settore, come già fatto da Marina Lo Blundo che oggi scrive i blog del Museo Archeologico di Venezia e della Soprintendenza per i Beni Archeologico della Toscana: ''siamo ai primi esperimenti in Italia - spiega - ma la comunicazione dei musei e dei siti archeologici sta diventando sempre più social''. Un percorso lavorativo che non sempre funziona, come spiega Alessandro D'Amore autore del blog ''le parole in archeologia''. ''Di recente ho pubblicato un'intervista - spiega - a un blogger archeologo inglese che ha lavorato sul campo in Turchia e Grecia. Ora ha scelto il nickname di ''unfreearcheology'', un nome scelto proprio per dichiarare di essere stanco di lavorare gratis''. (ANSAmed).

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