Critico l'universitarià da dentro e questo mi ha permesso di migliorare anche il rapporto con gli studenti, di capire meglio le difficoltà che incontrano''. Dall'esperienza dei blogger arrivano anche nuove idee per l'innovazione dei musei. Francesco Ripanti, videoblogger che, anche in collaborazione con Stefano Costa, racconta gli scavi degli archeologi sul campo, pensa a una nuova frontiera per i musei: ''Realizzo interviste con archeoligi che raccontano la genesi degli scavi e dei ritrovamenti. Non sarebbe male mettere accanto alla teca con alcuni reperti uno schermo in cui lo stesso archeologo che li ha trovati li spieghi, raccontando come li ha riportati alla luce'' Apertura ''social'', quindi, ma anche sbocchi professionali per i blogger del settore, come già fatto da Marina Lo Blundo che oggi scrive i blog del Museo Archeologico di Venezia e della Soprintendenza per i Beni Archeologico della Toscana: ''siamo ai primi esperimenti in Italia - spiega - ma la comunicazione dei musei e dei siti archeologici sta diventando sempre più social''. Un percorso lavorativo che non sempre funziona, come spiega Alessandro D'Amore autore del blog ''le parole in archeologia''. ''Di recente ho pubblicato un'intervista - spiega - a un blogger archeologo inglese che ha lavorato sul campo in Turchia e Grecia. Ora ha scelto il nickname di ''unfreearcheology'', un nome scelto proprio per dichiarare di essere stanco di lavorare gratis''. (ANSAmed).
Turismo: Archeologia diventa 'social' con gli archeoblogger
Idee e proposte da Paestum per promozione e critica dei siti
Critico l'universitarià da dentro e questo mi ha permesso di migliorare anche il rapporto con gli studenti, di capire meglio le difficoltà che incontrano''. Dall'esperienza dei blogger arrivano anche nuove idee per l'innovazione dei musei. Francesco Ripanti, videoblogger che, anche in collaborazione con Stefano Costa, racconta gli scavi degli archeologi sul campo, pensa a una nuova frontiera per i musei: ''Realizzo interviste con archeoligi che raccontano la genesi degli scavi e dei ritrovamenti. Non sarebbe male mettere accanto alla teca con alcuni reperti uno schermo in cui lo stesso archeologo che li ha trovati li spieghi, raccontando come li ha riportati alla luce'' Apertura ''social'', quindi, ma anche sbocchi professionali per i blogger del settore, come già fatto da Marina Lo Blundo che oggi scrive i blog del Museo Archeologico di Venezia e della Soprintendenza per i Beni Archeologico della Toscana: ''siamo ai primi esperimenti in Italia - spiega - ma la comunicazione dei musei e dei siti archeologici sta diventando sempre più social''. Un percorso lavorativo che non sempre funziona, come spiega Alessandro D'Amore autore del blog ''le parole in archeologia''. ''Di recente ho pubblicato un'intervista - spiega - a un blogger archeologo inglese che ha lavorato sul campo in Turchia e Grecia. Ora ha scelto il nickname di ''unfreearcheology'', un nome scelto proprio per dichiarare di essere stanco di lavorare gratis''. (ANSAmed).