Sin dall'inizio ci siamo proposti di tenerci lontano dai sensazionalismi delle immagini drammatiche che popolano il comune immaginario mediatico e così siamo andati a cercare i luoghi ed i momenti dove avviene l'incontro e lo scambio fra la popolazione locale e gli immigrati, gli spazi dell'integrazione quotidiana. Abbiamo cercato di individuare e raccontare i simboli, i gesti e i momenti che rappresentano nel nostro linguaggio segni di integrazione completa o ancora da venire. Ne viene fuori un lavoro "onesto", immagini toccanti, semplici che vogliono offrire un angolo di visione diverso sul fenomeno immigrazione e che si spera riescano ad arricchire, anzi a mettere in crisi, il nostro immaginario sull'altro".
Per Castaldo, fotografo napoletano indipendente, si tratta quindi di un ritorno nella sua terra, senza però dimenticare i temi del Medio Oriente e del Maghreb su cui lavora da sempre e che lo hanno portato a vincere anche un premio nel World Press Photo 2012 con lo scatto "Alba di una rivoluzione", che ritraeva un manifestante in giacca e cravatta mentre urla la sua rabbia in una strada del Cairo. La mostra di Napoli propone due focus guidati: in uno s'indagano quelle "alleanze" tra cittadini campani e stranieri che nella forma di amicizie, amori, rapporti di lavoro e condivisione di vissuti, generano coesione sociale; nell'altro si osservano da vicino i gesti di scambio e interazione che connotano alcuni lavori "tipicamente immigrati".
La mostra, ad ingresso gratuito, sarà in esposizione fino al 13 novembre.