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Una mostra celebra 150 anni della Comunità ebraica di Napoli

Dalla cacciata del 1510 ad Ascarelli,che fondò il Napoli calcio

12 novembre, 16:35

(ANSAmed) - Napoli, 12 nov - Uomini illustri, vite quotidiane, momenti bui e drammatici e altri di profonda condivisione con la città. E' la storia della comunità ebraica di Napoli, che celebra i suoi primi 150 anni con una mostra inaugurata oggi nelle sale della Biblioteca Nazionale di Palazzo Reale. L'esposizione si intitola "La Comunità Ebraica di Napoli, 1864-2014: 150 anni di storia" ed è realizzata con il sostegno della Presidenza della Repubblica e il patrocinio della Regione Campania, dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione Beni Culturali Ebraici. La storia della comunità ebraica napoletana viene ripercorsa attraverso i documenti che segnano le tappe fondamentali del suo percorso, accanto agli oggetti della liturgia. La storia parte però molto prima di 150 anni fa, già nel IV secolo dopo Cristo, quando si hanno le prime testimonianze della presenza ebraica nel mezzogiorno d'Italia, fino al 1510 con l'editto in cui il re Ferdinando il Cattolico ordinò la cacciata degli ebrei dal Regno di Napoli che si tramutò in una espulsione nel 1541. Un ruolo importante nel radicamento della comunità ebraica a Napoli la ebbero i Rotschild che, come testimoniato dai documenti in mostra, attraverso Carl Rothschild contribuirono significativamente alle strutture per il culto e a un ruolo sempre più importante della comunità nell'economia cittadina. A lui si deve la prima sede di Villa Pignatelli e anche l'apertura della sinagoga, sempre nel quartiere di Chiaia, che venne presa in fitto e poi acquistata in seguito con il contributo dei membri della comunità. Fu lì, come emerge anche dalle foto, che nel 1966, il cardinale Ursi sancì l'amicizia tra la comunità cattolica e quella ebraica visitando proprio la sinagoga. Tante le immagini fotografiche spiccano quelle che mostrano le fiorenti attività commerciali degli ebrei di Napoli. Ma la vita ebraica a Napoli si lega anche a quella degli aspetti più tipici di Napoli, come il calcio. E infatti la mostra non dimentica la figura di Giorgio Ascarelli, imprenditore di successo nel settore tessile ma anche appassionato di sport: fu lui nel 1926 a fondare il Napoli Calcio, la società sportiva che raccolse tutte le piccole squadre esistenti in città dando inizio all'epopea del club azzurro. Non mancano ovviamente le testimonianze della Shoah e delle tante famiglie di ebrei napoletani prima discriminate e poi deportate negli anni del nazifascismo.

La mostra resterà aperta fino al 12 dicembre e poi si trasferirà, dal 14 gennaio al 28 febbraio, all'Archivio di Stato di Napoli. (ANSAmed).

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