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Iside e Cagliostro, tanto esoterismo egizio a Napoli

In convegno al Cairo emerge ruolo anche di processioni e Bruno

06 febbraio, 17:31

(di Rodolfo Calò) (ANSAmed) - IL CAIRO, 6 FEB - Le processioni mariane ispirate in origine alla dea Iside, le pratiche iniziatiche del Conte Cagliostro, le eretiche teorie religiose di Giordano Bruno, ma anche piazzette, necropoli e chiese: le vestigia delle scienze esoteriche egiziane a Napoli e in Campania sono molte.

Lo ha sottolineato lo studioso Mauro Ruggiero, in una conferenza all'Istituto italiano di Cultura del Cairo. I misteri legati a Iside, la dea egizia più venerata, sposa-sorella di Osiride, erano praticati a Napoli in epoca romana ma restano vestigia di culti isiaci in alcune processioni, soprattutto quelle mariane, ha ricordato Ruggiero. A Pollica, comune salernitano nel Parco del Cilento, per la festa della Madonna delle Grazie del 2 luglio si svolge la processione delle "cente", barche in miniatura adornate di fiori e candele portate in testa da donne (spesso scalze) che intonano canti devozionali. E' un calco del "Navigium Isidis", "La nave di Iside" che nell'antichità consisteva in un corteo in maschera in cui un'imbarcazione veniva caricata di omaggi floreali e altre offerte, ha ricordato l'esperto di scienze esoteriche. Accanto alla forma della barca come contenitore votivo, ricorrono anche quella del cesto, del castello e dell'uovo: "tutti simboli isiaci", sostiene Ruggiero. La nave di Iside riemerge anche ad Acciaroli, la turistica frazione di Pollica, per la festa dell'Assunzione nella seconda domenica di agosto, quando la statua della Vergine viene caricata su un peschereccio e portata in processione per un tratto di mare, seguita da altri pescherecci carichi di fedeli che tengono ceri.

A Napoli, tra il 1773 e il 1775 abitò Giuseppe Balsamo, il "Conte di Cagliostro", le cui teorie e pratiche iniziatiche si ispiravano tutte all'Egitto e fu il creatore, in Francia, di una "Massoneria di Rito Egizio", ha ricordato lo studioso. Ruggiero poi ha sottolineato che nel Convento di San Domenico, dal 1562 al 1565, studiò e prese i voti Giordano Bruno, il filosofo condannato a morte per eresia dalla Chiesa perché, tra l'altro, sosteneva che la religione cristiana fosse diretta emanazione di quella egizia. Bruno inoltre affermava che la religione magica egiziana fosse l'unica vera religione e perché si placassero le controversie religiose in Europa bisognava ritornare all'ermetismo magico della tradizione egiziana.

Sempre a Napoli del resto fin dall'antichità proliferarono i riti orfico-dionisiaci e isiaci portati da mercanti, ha notato inoltre Ruggiero segnalando un'iscrizione votiva del II secolo dedicata a Iside, una statua, il ricordo di un tempietto costruito da suoi devoti e la "Piazzetta Nilo" (chiamata anche "Largo Corpo di Napoli"). Nel rione Sanità poi c'è "il Cimitero delle Fontanelle", una necropoli pagana dove veniva usato un sistema di inumazione che ricorda quello della mummificazione: fino al 1700 le inumazioni erano fatte in nicchie a forma di sedia in cui il cadavere veniva deposto seduto, "in posizione faraonica".

"Sarà forse un caso, ma a Napoli esistono oggi ben due chiese dedicate a Santa Maria Egiziaca, una monaca ed eremita egiziana nata ad Alessandria d'Egitto nel 344 venerata come santa dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da quella copta", ha avvertito l'esperto citando la monumentale e barocca chiesa di a lei intitolata a Forcella e quella sulla collina di Pizzofalcone, una delle chiese basilicali della città. Un'altra prova del legame che unisce Napoli all'Egitto è la "Collezione Egizia" del Museo archeologico nazionale di Napoli (MANN), considerato tra i più importanti al mondo per quanto riguarda la storia di epoca romana. (ANSAmed).

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