(ANSAmed) - NAPOLI, 3 MAR - "Il lavoro nero, il mancato
rispetto delle norme di sicurezza, la precarietà". Questi,
spiega ad ANSAmed Ciro Nappo della Cgil, alcuni dei problemi che
i lavoratori immigrati nel settore dell'edilizia devono
affrontare in Italia.
Per aiutarli la Cgil della Campania ha portato a termine un
percorso formativo di tre mesi che ha riguardato 30 immigrati:
per loro una scuola di edilizia da parte docenti del Cfme, il
Centro di Formazione Maestranze Edili di Napoli, che si è
conclusa oggi con la consegna delle Schede formative ufficiali
che gli permetteranno di far valere le competenze acquisite
anche negli altri Paesi dell'Ue. "Il progetto - spiega Nappo -
viene portato avanti da noi con la collaborazione della Regione,
con l'obiettivo di dare opportunità lavorative a persone
socialmente più deboli in una città come Napoli in cui il
settore delle costruzioni è particolarmente multietnico".
Al corso hanno partecipato lavoratori albanesi, rumeni, della
Costa D'avorio, tunisini, che hanno ricevuto anche un rimboro
economico per i tre mesi di formazione. "Siamo partiti - spiega
Nappo - dall'insegnamento dell'italiano, perché molti arrivano
in Italia e imparano il dialetto napoletano. Ma Napoli è ormai
sempre più solo un luogo di transito, questi lavoratori spesso
vanno poi in altre zone d'Italia e devono sapersi esprimere. Poi
lo abbiamo indirizzati verso le diverse specializzazioni come
fabbro, carpentiere, muratore".
Una chance in più per lavorare in maniera regolare: "Spesso -
racconta Nappo - anche aziende che offrono contratti regolari,
poi quando assumono questi lavoratori non applicano il contratto
nazionale e non applicano le norme di sicurezza sul loro lavoro.
Li trattano come carne da macello". (ANSA).