E scorrendo le pagine del trattato c'è tutto il mondo del da Vinci, ricostruito da Francesco Melzi, il suo allievo prediletto, che seguì il maestro anche in Francia. Interessante è la parte testuale, ma, rispetto ad altri apografi, è ricchissima la parte iconografica: "Ci sono - spiega Alfredo Buccaro, direttore del centro di ricerca sull'iconografia delle città europee - gli studi di Leonardo sulla rappresentazione della figura umana, dell'architettura e del paesaggio ma anche molti approfondimenti di ottica e di prospettiva. Il Melzi compilò una sorta di manuale, che venne poi pubblicato in Francia nel 1651 e per la seconda volta proprio a Napoli nel 1733". E a Napoli è rimasto anche il manoscritto, che rappresenta una svolta in una città ferita dal punto di vista dei bibliofili: "Anche per questo - sottolinea il prorettore della Federico II Arturo De Vivo - oggi è un giorno importante in una città che di recente ha visto tanti libri andare via in maniera drammatica, come accaduto nella vicenda dei Girolamini che resta una ferita per tutti. La tutela del patrimonio culturale non è solo uno slogan ma in questo caso diventa un è segno tangibile che questa città e la sua università sono attente a conservare il patrimonio".(ANSAmed).
La Federico II salva Codice da Vinci, manoscritto apografo
Trattato Pittura comprato da famiglia Napoli.Lo voleva Sotheby's
E scorrendo le pagine del trattato c'è tutto il mondo del da Vinci, ricostruito da Francesco Melzi, il suo allievo prediletto, che seguì il maestro anche in Francia. Interessante è la parte testuale, ma, rispetto ad altri apografi, è ricchissima la parte iconografica: "Ci sono - spiega Alfredo Buccaro, direttore del centro di ricerca sull'iconografia delle città europee - gli studi di Leonardo sulla rappresentazione della figura umana, dell'architettura e del paesaggio ma anche molti approfondimenti di ottica e di prospettiva. Il Melzi compilò una sorta di manuale, che venne poi pubblicato in Francia nel 1651 e per la seconda volta proprio a Napoli nel 1733". E a Napoli è rimasto anche il manoscritto, che rappresenta una svolta in una città ferita dal punto di vista dei bibliofili: "Anche per questo - sottolinea il prorettore della Federico II Arturo De Vivo - oggi è un giorno importante in una città che di recente ha visto tanti libri andare via in maniera drammatica, come accaduto nella vicenda dei Girolamini che resta una ferita per tutti. La tutela del patrimonio culturale non è solo uno slogan ma in questo caso diventa un è segno tangibile che questa città e la sua università sono attente a conservare il patrimonio".(ANSAmed).