(di Francesco Tedesco)
(ANSAmed) - NAPOLI, 11 GEN - Quarantadue stanze di quattro
metri e mezzo ognuna, per dormire una notte con 25 euro oppure
riposare per un paio d'ore prima di prendere un volo. E' Benbo,
il primo capsule hotel d'Italia, che è stato inaugurato
stamattina all'interno dell'aeroporto di Capodichino, a Napoli.
L'albergo è un "bed and boarding" che offre ai clienti una
capsula singola che somiglia a una casetta colorata, con una
smart tv, un letto, un ripiano su cui è possibile lavorare al
computer o leggere, un impianto di aria condizionata e una
docking station per ricaricare telefoni, pc o tablet. Tra
l'altro, due delle stanze sono progettate per accogliere
disabili. In comune i bagni, ma si tratta di sedici bagni
singoli, ognuno con una doccia indipendente e che vengono puliti
dopo ogni utilizzo.
L'albergo è stato costruito nella palazzina Pegaso, che
ospitava tra l'altro la mensa dell'Ati e che è data in
concessione dallo Stato alla Gesac, la società che gestisce lo
scalo partenopeo, che a sua volta l'ha data con sub-concessione
agli imprenditori napoletani che hanno realizzato il progetto di
architettura dello studio partenopeo Studiotre, con un
investimento finora di un milione di euro.
Una notte costa 25 euro, ma si può riposare anche per un'ora
a 8 euro, prezzo che scende a sette per la seconda ora e a sei
per la terza. "L'albergo - spiega Armando Brunini,
amministratore delegato di Gesac - si rivolge a una clientela
business che sta crescendo a Capodichino, di pari passo con la
crescita del turismo internazionale". E infatti, spiegano i
responsabili dell'hotel, la clientela a cui si rivolge Benbo è
anche quello dei giovani che viaggiano zaino in spalla, portando
all'interno dell'aeroporto il concetto di ostello, ma anche per
le famiglie, visto che le stanze sono comunicanti. In sviluppo
c'è anche l'allargamento di Benbo che in un edificio adiacente
avrà anche 30 camere matrimoniali. Al termine le stanze saranno
72.
"L'idea - spiega Carlotta Tartarone project manager di
Studiotre - nasce da una rielaborazione delle capsule che ci
sono all'aeroporto di Tokyo, ma è un esperimento unico in Italia
al momento. Abbiamo scelto Napoli perché è la nostra città, ma
siamo già in contatto con gli aeroporti di Roma, Bergamo e
Palermo per esportare il modello". (ANSAmed).