(ANSAmed) - Napoli, 15 giu - Coniugare responsabilità
sociale, rispetto dei diritti umani e sviluppo economico in
un'area difficilissima come il Mediterraneo. Questo uno dei tei
principali al centro della quinta edizione del Salone
Mediterraneo della Responsabilità Sociale Condivisa, partito
oggi a Napoli, dove si svolge fino a sabato.
Oggi i lavori sono stati aperti da un forum su
"Responsabilità sociale nell'area Mediterranea: per lo sviluppo
sostenibile e buone prassi per la tutela dei diritti umani e
dell'ambiente", aperto dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris
e a cui ha partecipato anche Francesco Maria Amoruso, presidente
onorario dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (Pam): "Il
primo impegno dei governi - ha detto Amoruso - deve essere
quello di perseguire la pace nel Mediterraneo, che è il
presupposto di tutto e su cui lavora l'assemblea. In particolare
noi cerchiamo di sensibilizzare i parlamentari per trovare
soluzioni legislative nei loro Paesi per la difesa dei diritti
umani, dell'ambiente, di uno sviluppo responsabile. L'assemblea
Pam in questo è molto avanti, è forse l'unico organismo in cui
siedono insieme rappresentanti dei diversi parlamenti, si
parlano, mentre a volte i governi non lo fanno e questo dialogo
può portare a trovare delle soluzioni legislative per poter
garantire i diritti che spettano alla persona". Domani il
sottosegretario agli esteri Vincenzo Amendola presenterà a
Napoli il piano d'azione nazionale italiano su impresa e diritti
umani 2016-2021, nel corso dell'incontro su "Business e Human
rights, una responsabilità sociale condivisa tra Stato, impresa,
ricerca e società civile".
"Sul nostro lavoro per il Mediterraneo - spiega ad ANSAmed
Raffaella Papa, presidente del salone - si sono mosse le
istituzioni e il governo italiano anche a livello
internazionale, realizzando in Italia il piano nazionale per i
diritti umani e mettendo in relazione il tema del business con
il rispetto dei diritti umani. Affronteremo i temi del piano
nazionale con la partecipazione della società civile che potrà
diffondere le tante iniziative che si portano avanti". Un
segnale forte che parte dal Mezzogiorno, dove spesso la
criminalità organizzata sfrutta i lavoratori immigrati, con
fenomeni come il caporalato agricolo e il traffico di esseri
umani: "Lanciamo un segnale operativo - spiega Papa - perché
l'impegno di tutti sia denunciare, far sì che la legalità
diventi un punto di forza delle imprese e non favorisca invece
le criminalità organizzate. Dal lavoro nero è evidente che chi
ci guadagna sono le mafie. Per questo è importante il rating di
legalità che oggi è attribuito a oltre 3500 imprese in Italia,
ma in Campania sono solo 209: su questo ci deve essere
un'accelerazione, per far emergere quelle aziende che sono
impegnate nella legalità e nella responsabilità sociale ma anche
quelle che non lo sono e che quindi devono essere spinte verso
la legalità o verso l'uscita dal mercato".