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Archeologia: in mare Castel dell'Ovo l'antico porto Napoli

25 secoli fa l'approdo ora sommerso.Godard,città centrale in Med

15 marzo, 18:26

(ANSAmed) - NAPOLI, 15 MAR - Sul lungomare di Castel dell'Ovo a Napoli c'era probabilmente il primo porto greco dell'antica Parthenope. Dove oggi i turisti si affacciano dalle terrazze degli alberghi di lusso, 25 secoli fa approdavano le navi, protette da una trincea di soldati, con alle spalle una strada per i carri. É lo scenario aperto dalle ricerche sottomarine del team guidato da Filippo Avilia, archeologo subacqueo che ha documentato l'esistenza di un insediamento portuale dell'antica colonia greca di Palepoli davanti all'isolotto di Megaride, che all'epoca era una penisola.

Una città sommersa che potrebbe diventare il luogo per un nuovo turismo proprio al centro di Napoli, con immersioni archeologiche, ma anche istallazioni intorno a Castel dell'Ovo per mostrare la città greca com'era attraverso le ricostruzioni tridimensionali. Finora il porto più antico ritrovato è quello davanti al Maschio Angioino, per questo la scoperta di Avilia "potrebbe riscrivere la ricostruzione storica della città", spiega l'archeologo che ricostruisce il percorso della sua ricerca: "Nel 2016 cominciammo le immersioni - spiega Avilia - partendo da una comunicazione di tre studiosi cecoslovacchi che nel 1994 parlarono della presenza di gallerie sommerse". Avilia ha mostrato le foto e i video che documentano, a partire a sei metri sotto il mare, un canale, una strada scavata nel banco di tufo e quattro gallerie. "Abbiamo trovato - spiega lo studioso - anche tracce anche di una strada in salita, e un canale lungo 36 metri che è chiaramente una lavorazione antropica, visto il taglio preciso, che potrebbe essere stato un insediamento militare a protezione dell'approdo".

"La Campania oggi è felix - ha spiegato il soprintendente ai beni archeologici di Napoi Luciano Garella - non solo per la terra feconda ma anche per lo straordinario patrimonio culturale a cui si potrà aggiungere un turismo diverso, subacqueo: le persone che vorranno vedere questo sito dovranno organizzarsi per immergersi". E infatti da maggio quando riprenderanno le ricerche sottomarine: "Si dovrà scavare - spiega Mario Negri, rettore della Iulm - cercando manufatti, anche se il fondo marino è perturbato perché in una zona antropizzata, speriamo anche di trovare oggetti databili. Ricordiamoci però che siamo ancora nel solco delle ipotesi".

Un'ipotesi che conferma il ruolo di Napoli nello scacchiere dell'antichità: "La città - ha detto Louis Godart, accademico dei Lincei - ha avuto un ruolo straordinario tra i porti nel Mediterraneo, un mare che ha assunto un grande rilievo nella storia e lo ha ancora oggi proprio grazie ai suoi innumerevoli porti". (ANSAmed).

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