NAPOLI - Conflitti generazionali, diversità, bullismo, migrazioni, sentimenti, dubbi, adolescenza, crescita personale sono al centro dei 100 film in concorso, tra lungometraggi e cortometraggi, al Giffoni Film festival, giunti alla sua 48esima edizione a Giffoni Valle Piana (Salerno).
Un'edizione che anche quest'anno apre a 5.601 giovanissimi giurati (dai 6 ai 16 anni) provenienti da 52 paesi una finestra sulle cinematografie da tutto il mondo.
Il traffico di migranti è al centro di "More" del regista turco Onur Saylak che racconta la storia di Gaza, un ragazzino di 14 anni che vive sulla costa egea della Turchia. Il ragazzo aiuta il padre, un uomo autoritario e violento, a gestire il traffico clandestino dei rifugiati in Europa, fornendo loro ricovero e un po' di cibo fino a quando non tenteranno la traversata. Gaza sogna di fuggire da questa vita criminale, ma non riesce a non essere risucchiato all'interno di un mondo oscuro di immoralità, sfruttamento e sofferenza umana. Ancora dalla Turchia arriva "The pigeon" di Banu Sivaci, che narra una storia di formazione ed emancipazione partendo dall'adolescenza di Yusuf, un giovane che vive con sua sorella e suo fratello alla periferia di Adana, che cerca la pace interiore occupandosi dei piccioni lasciatigli in eredità dal padre: dal tetto della sua casa, guarda i vicoli della baraccopoli e cerca la sua strada.
Un'adolescenza difficile è anche quella raccontata dal regista francese Jean-Bernard Marlin in "Sherazade", in cui Zachary, 17 anni, dopo essere stato rilasciato da un centro di detenzione minorile, viene rifiutato da sua madre. Il ragazzo passa le sue giornate in giro per la periferia di Marsiglia, alla ricerca di soldi facili ma una sera incontra una prostituta, Sherazade che accenderà la sua curiosità.
Usa l'animazione, invece, la regista Caterina De Mata nel corto "Buonanotte" che racconta una storia di convivenza tra diversi gruppi etnici: una moglie e un marito italiani, una coppia nigeriana con un neonato, una famiglia peruviana e un vecchio indiano, vivono tutti in Italia, ma mantengono forti legami con le loro radici. Tra i cortometraggi spicca "Bismilla", di Alessandro Grande che narra le difficoltà quotidiana degli immigrati clandestini, "Some might say", sul rapporto tra le donne e il velo nella multiculturale Barcellona, e "Nightshade", ancora sulla tratta di immigrati.