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Su progetti accoglienza Napoli arrivano tagli governo

Assessore: -60%, non possiamo lavorare a convivenza pacifica

09 agosto, 13:53

(di Francesco Tedesco)

NAPOLI - "È troppo semplice fomentare l'odio e il ministro dell'Interno Salvini lo fa mentre taglia più del 60% i fondi per l'integrazione: questo vuol dire che i Comuni non avranno la possibilità di progettare buone prassi per l'integrazione e la convivenza pacifica fra le persone". E' sfiduciata Roberta Gaeta, assessore al welfare del Comune di Napoli, mentre guarda le cifre dei primi tagli nel trasferimento dello Stato ai Comuni per i progetti di integrazione e ha davanti altri faldoni con progetti già presentati e che rischiano un taglio dei finanziamenti. In linea con la politica del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, Gaeta in questi anni ha attivato tutte le linee di finanziamento pubblico possibile per progetti di inclusione sociale, integrazione degli immigrati e dei richiedenti asilo a Napoli, una città che vive una crisi di disoccupazione giovanile forte, ma che non rinuncia ad essere inclusiva e accogliente. Il ragionamento è politico: "Esasperare gli animi - spiega Gaeta - impedire alle istituzioni di poter mettere in campo azioni e prassi volte a rendere sicuri e civili i nostri territori, non è tagliando i fondi che si risolveranno i problemi di questo Paese. Al contrario, si favorirà il clima di odio, intolleranza e insicurezza. Solo sostenendo l'integrazione e la pacifica convivenza salveremo le nostre città da questa deriva xenofoba e razzista". Ma al di là dei ragionamenti politici, nei corridoi dell'assessorato si teme l'arrivo della scure dei tagli dal governo. I fondi vengono erogati su diverse linee di finanziamento. Napoli in questi anni ha puntato molto sullo Sprar di via Vertecoeli, che accoglie 30 immigrati su un totale di 132 che sono negli Sprar nella provincia di Napoli, in progetti di integrazione e che gli diano una prospettiva lavorativa e di inserimenti. Ma sono migliaia gli immigrati a Napoli in attesa di permesso di soggiorno o che la loro richiesta di asilo venaa esaminata ed accolta: la maggior parte di loro vive nei Cas, in attesa, concentrati in poche zone, come quella del Vasto dove la presenza di tanti Cas sta portando a quotidiane tensioni e violenze tra i napoletani e gli immigrati parcheggiati lì in attesa. Sullo Sprar, Napoli ha avuto un finanziamento triennale (2017-19) di 5,4 milioni, mentre 1,5 milioni sono stati ottenuti sul Pon Legalità per favorire l'inclusione sociale con il recupero dei patrimoni confiscati: i soldi verranno investiti nella riqualificazione di alcuni spazi nel popolare quartiere della 'Duchesca' che serviranno all'accoglienza e all'integrazione dei richiedenti asilo. "Ma molte iniziative sono a rischio-tagli, anzi, una è stata già più che dimezzata", spiega Gaeta, prendendo una cartella dalla scrivania. Si tratta del Fami (Fondo asilo migrazione eintegrazione) sul civic engagement, le attività di utilità pubblica che prevede: la partecipazione degli immigrati ad attività di utilità sociale a favore della collettività locale, gli interventi nelle periferie e nelle aree disagiate a maggiore presenza di migranti per garantire condizioni di sicurezza e ordinata convivenza attraverso équipe mobili per intercettare e prendere in carico situazioni di particolare vulnerabilità e urgenza, il sostegno ai Comuni per il rapido inserimento abitativo in contesti di emergenza di soggetti in uscita dall'accoglienza. Un pacchetto ampio su cui a Napoli erano stati destinati 1,7 milioni di euro, ora ridotti a 550.000 con una comunicazione del Ministero dell'Interno dello corso 2 agosto.
Al Comune sono convinti che quello sarà solo il primo taglio e che presto altri progetti "Fami" subiranno una decurtazione, come due programmi da 500.000 euro ciascuno sull'inclusione sociale ed economica dei richiedenti asilo e immigrati. "Questi tagli - conclude amara Gaeta - porteranno a un peggioramento delle condizioni di vita degli immigrati, ma anche del territorio visto che molte cooperative si impegnano attraverso i bandi del comune nell'accoglienza. E porteranno anche a un freno all'attuazione delle iniziative lanciate della consulta delle immigrati, parliamo di persone che vivono qui da anni e vogliono impegnarsi per migliorare una città che ormai sentono loro".

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