(ANSAmed) - NAPOLI, 11 OTT - "Parlare di Palestina è più che
mai necessario oggi perché vuol dire parlare dei popoli che
vengono allontanati dalle proprie terre e della violazione dei
diritti che non riguarda solo i palestinesi, ma tutti gli esseri
umani". Così l'assessore al welfare del Comune di Napoli lancia
la seconda edizione di Nazra, il festival di cortometraggio
sulla Palestina che si svolgerà a Napoli dal 21 al 24 ottobre
alla Basilica di San Domenico Maggiore.
Quella di Napoli è una delle tappe del festival che parte da
Venezia e toccherà anche Torino, Trento, Roma, Milano, Cagliari,
prima di trasferirsi nei territori Palestinesi a Gaza,
Gerusalemme e Jenin. Diciotto i cortometraggi che saranno
proiettati in concorso, divisi in tre sezioni: fiction,
documentari e film internazionali. Le opere sono state
selezionate tra le 68 presentate al festival organizzato
dall'associazione napoletana Ecole Cinema e da quella veneziana
Restiamo Umani con Vik, oltre che dal Centro Italiano di Scambi
Culturali Vik di Gaza.
"Il festival - spiega Sabrina Innocenti, presidente di Ecole
Cinema - è un viaggio che parte dal titolo della rassegna,
Nazra, che in arabo significa sguardo. I film scelti dal
Festival veicolano una narrazione, racconta sia il punto di
vista del popolo palestinese, attraverso film di registi
palestinesi, ma anche il modo di vedere quella terra dall'estero
con opere di registi di altri Paesi, anzi, registe, visto che la
maggior parte dei film sono di autori donne".
La rassegna si rivolge prima di tutto ai giovani: "Dobbiamo
aprire lo sguardo dei ragazzi - prosegue Innocenti - alla realtà
circostante, dalla Palestina agli altri conflitti ancora aperti
nel mondo. Del resto l'obiettivo di Ecole Cinema, nata nel
quartiere di Scampia nel 2012, è propri di usare il cinema come
strumento didattico, portando ai ragazzi la possibilità di
guardarsi attorno attraverso al cinema, oltre i film di
intrattenimento. Per questo i film non raccontano la tensione
politica, ma il vissuto privato di donne, uomini, ragazzi: ci
sono storie di maternità negata o di come i ragazzi palestinesi
vivono la musica".(ANSAmed).