L'evento è stato pensato per dare voce alle periferie, agli angoli del mondo, ai territori, come quello di Napoli, e alle frontiere dell'educazione e della cultura. "Nella Giornata dei migranti - spiega Roberta Rughetti, Direttrice Programmi di Amref Health Africa in Italia - ci sembra ancora più urgente e necessario discutere di come rovesciare gli stereotipi su questo fenomeno. Voci di confine si è posto come obiettivo proprio la narrazione dei migranti a partire dalle esperienze dirette, dai numeri e dalle storie delle persone. Napoli, da sempre crocevia di culture, è il luogo ideale in cui tornare a parlare di un tessuto sociale accogliente e aperto: le migrazioni come risorsa e occasione di dialogo".
E tra i racconti è emerso quello di Mehret Tewolde, donna eritrea che ha vissuto per anni con Eduardo De Filippo, presso cui lavorava sua madre: "Sono quello che sono grazie a mia madre - ha raccontato - ma grazie anche ad Eduardo De Filippo. La sua casa dove mia madre, Eritrea come me, ha lavorato per anni è stato il mio primo rifugio, la mia prima casa. Eduardo è stato per me un maestro di vita. Tanti gli aneddoti che hanno fatto crescere in me la dignità e l'amore per me stessa. C'era chi veniva a casa di Eduardo ed esordiva, vedendo mia madre, "ti sei messo in caso una nera". Lui oltre a sgridarlo pretendeva che chiedesse scusa, non tanto a lui ma a noi. Un'altra volta, quando le guardie impedirono a me e mia madre di recitare con lui, di ritorno a casa, mi chiese scusa. "Scusa per il mio popolo" disse. Non ho parlato di questa storia per pudore, poi grazie ad Amref e a Voci di Confine ho deciso che era il momento. Sono tempi difficili per il diverso, di lotte sui temi dei migranti. Non potevo più stare in silenzio".