Documenta la Grande Guerra per l'armata francese e realizza, in collaborazione con la figlia Haydee, sceneggiatrice e attrice, due lungometraggi. Proprio in occasione del Cinema Ritrovato, la Cineteca di Bologna allestisce in Sala Borsa a Bologna una mostra con le splendide fotografie di Samama Chikly dalle quali emerge un profondo amore per il suo Paese, la Tunisia, di cui ci mostra per la prima volta il profilo dall'alto di un pallone aerostatico, i lavori della campagna e della pesca, il mondo beduino del grande sud, la ricchezza di una città colonizzata ma fiorente, Tunisi. I suoi film rivelano un indiscusso talento e una chiara consapevolezza dell'enorme potenza del cinema nonché un pensiero moderno e libero. Il programma a lui dedicato al festival abbraccia le tre fasi principali della sua carriera: la scoperta e gli esperimenti, soprattutto non fiction (1896/7-1914), il periodo bellico (1911-1918), e l'investimento nel cinema di finzione (1919-1934). La sua opera ci invita a riconsiderare l'Africa nella longue durée della storia del cinema, la periodizzazione del cinema africano, il ruolo dell'Africa nella Prima guerra mondiale e la sua rappresentazione cinematografica e il ruolo dello stesso Chikly nella storia del cinema muto e delle origini. Altrettanto importante in queste rappresentazioni è il ruolo del colonialismo, le modalità in cui il suo regime di rappresentazione le condiziona, e la sua centralità quale fattore esplicativo nel tentativo di formulare un'interpretazione esauriente della storia del cinema. Coevo dei Lumière, di cui tra i primi proietterà i film a Tunisi, Albert Samama Chikly scopre il cinematografo proprio grazie ai loro operatori e si impadronisce rapidamente delle sue regole e della sua grammatica, fino a realizzare Zohra (1922) e An el Ghazel (1924), di fatto primi film di finzione del continente africano.
Discendente di una famiglia borghese ebreo-tunisina di origine andalusa (suo padre Daoud Ibrahim Samama è il banchiere del Bey), Samama Chikly non è solo un artista poliedrico e cosmopolita ma anche un pioniere del progresso tecnico. "I suoi scatti, che ci appaiono oggi incredibilmente moderni, ci riportano nel cuore del Mediterraneo di cento anni fa, un mare che incoraggiava un movimento perpetuo di scambi di pensiero e le cui sponde, a nord come a sud, erano floride e ugualmente sviluppate", scrive Cecilia Cenciarelli nella presentazione della mostra. Sarà possibile, tra l'altro, assistere al festival alla proiezione di alcuni esemplari rarissimi e restaurati delle famose "Vues Lumières" di Tunisi, cortometraggi girati da Alexandre Promio (storico operatore dei Fratelli Lumière) e dallo stesso Chikly, considerati di fatto i primi film della storia del cinema aventi come oggetto la Tunisia. In collaborazione con la Cineteca di Bologna tutto il programma-omaggio a Samama Chikly verrà poi riproposto al pubblico tunisino, a partire dal 28 agosto, al Museo di Sousse nell'ambito della prima edizione di Cinéma au Musée, ha riferito ad ANSAmed, il regista tunisino Mohamed Challouf. (ANSAmed).