(di Cristiana Missori)
(ANSAmed)- ROMA, 16 MAR - E' dal dialogo tra due sistemi
giuridici, che puo' rafforzarsi quello tra due culture
differenti. Diritto romano e diritto islamico non sono per nulla
incompatibili, hanno al contrario molteplici punti in comune. Ed
e' su quei comuni elementi, o meglio principi, esistenti tra
diritto romano e Sharia che due ordinamenti apparentemente molto
diversi possono raccogliere le sfide che il mondo globalizzato
sottopone loro quotidianamente. E' questo il messaggio lanciato
stamani nel corso della giornata di studi organizzata
all'Universita' 'La Sapienza' di Roma, dal titolo "Diritto
romano e diritto islamico: fondamenti religiosi e giuridici,
comune elaborazione di un sistema giuridico per la
globalizzazione in atto''.
''Equita', giustizia, pace, sono questi alcuni dei principi
che avvicinano i nostri due ordinamenti'', ha ricordato il
professor Jaafar Abd el-Salam, dell'Universita' egiziana di Al
Azhar e segretario generale della Lega delle Universita'
islamiche, organismo che raccoglie 150 atenei. ''I nostri due
ordinamenti possono e devono convergere a beneficio dei popoli
del Mediterraneo''. La Sharia, ha proseguito Abd el-Salam, non
e' affatto incompatibile con il mondo moderno, tutt'altro. Ed è
ad essa, spiega all'ANSA a margine del convegno cui partecipano
giuristi di molti Paesi arabi, ''che anche la nostra futura
costituzione si richiamera'''. Un richiamo già esistente nella
Carta costituzionale egiziana (art.2), ma a cui probabilmente la
maggioranza dell'Assemblea costituente che si riunira' il 24
marzo prossimo al Cairo non rinuncera' al momento di redarre la
nuova Costituzione. ''Il fatto che la Sharia sia fonte primaria
del diritto è per noi un principio intangibile", ha ribadito Abd
el-Salam. Tra i 100 componenti della Costituente, ci sono anche
dieci giuristi di Al Azhar. Quale assetto costituzionale
l'Egitto post-Mubarak intenda darsi e' ancora troppo presto per
dirlo. ''L'idea - replica il docente - e' quella di lavorare su
di una limitazione della durata del mandato presidenziale, forse
di soli 4 anni, e a un passaggio da Repubblica presidenziale a
parlamentare. Un sistema, questo, che consentirebbe una maggiore
alternanza al potere e forse sarebbe in grado di impedire il
ripetersi di una tirannia. Ma fino a ora non c'è nulla di
ufficiale". Nel redarre la nuova Carta costituzionale quale
sara' l'apporto di Al Azhar? "Il nostro contributo si
concentrera' soprattutto nella difesa dei valori islamici, nella
protezione e nel consolidamento della famiglia musulmana''.
Certo, un riferimento alla tolleranza e al rispetto di tutte le
religioni diverse dall'Islam dovra' esserci, sottolinea.
"Nessuna legge ordinaria potra' contravvenire a questo
principio. Ma il fondamento del nostro diritto rimane la
Sharia". Eppure questo continuo richiamo alla Sharia fa paura
non soltanto ai cristiani d'Egitto ma anche all'Occidente. "Poco
importa che faccia paura al resto del mondo - replica Abd
el-Salam - spetta a noi scegliere in che modo intendiamo
disciplinare i rapporti tra Stato e cittadini". (ANSAmed).