(ANSAmed) ROMA, 22 MAG - Da Londra a Vienna, da Berlino a
Parigi, passando per Leopoli e San Pietroburgo (rispettivamente,
in Crimea e in Russia): cori ebraici provenienti da buona parte
del vecchio continente stanno arrivando, uno dopo l'altro, a
Roma, per il Festival europeo dei cori ebraici. Una prima volta
per la capitale, che dal 29 maggio al primo giugno vedrà riuniti
sei cori e un complesso strumentale, a cui si aggiunge uno
special guest: il Coro della Diocesi di Roma, diretto da Don
Marco Frisina.
"Roma è la città del dialogo - ha dichiarato il presidente della
Comunità ebraica, Riccardo Pacifici, durante la conferenza
stampa di presentazione -, alla vigilia del viaggio del
pontefice in Terra Santa e delle elezioni europee, vogliamo
mandare un messaggio che travalichi confini e polemiche, e
dimostrare che anche cantando e lanciando grida d'amore si può
fare l'Europa unita".
"Non esiste un'unica musica ebraica - aggiunge Richard Di
Castro, presidente del coro ebraico romano Ha-Kol ('la voce') e
del Festival -, ciascuna è stata influenzata dal Paese di
provenienza. Il programma che proponiamo rappresenta un panorama
abbastanza completo delle varie tradizioni europee. I concerti
saranno uno diverso dall'altro, anche come genere: ci saranno
canti sinagogali, klezmer e canti popolari. Sarà un'occasione
per conoscere e farsi conoscere".
Sullo stesso tono il messaggio (scritto) del capo rabbino di
Roma, Riccardo Di Segni. "Si parla tanto di musica ebraica. Ma
ne esistono tante e differenti, che in qualche modo, però, sono
collegate tra loro, spesso da fili invisibili o sotterranei".
"Attraverso la musica - prosegue rav Di Segni - si conferma il
grande paradosso della condizione ebraica, qualla di un'unità
sostanziale fatta di grandi diversità conviventi, separate in
casa, verrebbe da dire".
Incuriosisce particolarmente la compresenza del coro ucraino e
del coro russo, provenienti da Paesi da settimane sull'orlo
della guerra. "Riuscire a far arrivare gli ucraini è stata
un'impresa - ha raccontato Di Castro -, ma il popolo del
festival si è mobilitato e grazie anche social network e
all'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), siamo
riusciti a garantire la loro partecipazione". I 15 coristi
arriveranno a breve da Leopoli: per attraversare l'Europa e i
suoi contrasti a volte può bastare un pulmino. (ANSAmed)