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Mostre: la Roma del '600 tra vizi e miseria

'I bassifondi del Barocco' apre a Villa Medici

06 ottobre, 14:05

(di Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - Roma, 6 ott - Pensate che la Roma di oggi sia degradata o decadente? Evidentemente non avete presente com'era la città nei primi anni del '600, tra ladri, prostitute, omicidi, violenze, alcolismo e ogni sorta di vizio capitale. A questa Roma 'oscura' si avvicinarono gli artisti internazionali che la affollavano in quegli anni, e che oggi sono oggetto di una mostra all'Accademia di Francia a Villa Medici, 'I bassifondi del Barocco', che apre domani e che resterà visitabile fino al 18 gennaio.

Realizzata in cooperazione con il Petit Palais di Parigi (dove aprirà il 24 febbraio) la mostra intende mostrare la realtà popolare della città di quegli anni. Lontana dai fasti dei palazzi papali, e anche dall'arte dei Carracci, Poussin, Bernini. Curata da Francesca Cappelletti e Annick Lemoine, l'avventura nella Roma della perdizione passa attraverso Il soffio di Bacco (prima stanza), divinità della dissolutezza molto rappresentata da artisti come Bartolomeo Manfredi e Pierre Brebiette, ma anche dei gruppo dei cosiddetti Bentvueghels, i pittori nordici che per un secolo incrociarono le loro strade a Roma, in una comunità che viveva ai piedi del colle Pincio, dove non a caso sorge l'Accademia di Francia. Ma poi si vira decisamente verso il luogo per eccellenza della perdizione, la taverna, protagonista di opere come 'I bari' di Pietro Paolini o 'I giocatori' di Leonaert Bramer.

La sezione 'Divertimenti ed inganni' non trascura nessuna bassezza, come il ritratto di un Anonimo caravaggesco intitolato in maniera del tutto esplicita 'Bravo che fa il gesto della fica' con le dita, o quello della zingara che deruba un ingenuo passante cui la sua complice sta leggendo il palmo della mano in 'Buona ventura' di Simon Vouet. E poi una bella galleria di personaggi visti negli strati più bassi della Roma secentesca nella sezione 'I ritratti dei margini'. Con una scelta singolare, è stato scelto di non mettere le targhette coi nomi degli autori, delle opere e le altre informazioni sotto a ogni opera, ma raggrupparle tutte in una sola tabella all'inizio di ogni sezione.

"E' la prima volta che il lato oscuro della Roma barocca, con i pittori che accorrevano da tutta Europa, viene raccontato - spiega il direttore di Villa Medici Eric de Chassey - e questi artisti vivevano proprio qui, ai piedi di questa collina che ospita l'Accademia". Le due curatrici, Lemoine e Cappelletti, hanno sottolineato come queste opere tendessero a fornire un "ritratto della miseria" che affascinava questi artisti, molto diversi tra loro, che in questo interesse trovarono il loro tratto unificante, arrivando a un "rovesciamento del modello classico" che veniva proposto dall'arte ufficiale della Roma barocca. (ANSAmed).

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