Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Cinema: al Festival di Roma, la lezione violenta di Rostock

Burhan Qurbani racconta la rivolta anti-immigrati del 1992

17 ottobre, 10:06

(ANSAmed) - ROMA, 17 OTT - Un gruppo di giovani 'ribelli senza una causa', sfaccendati ed arrabbiati contro tutto e tutti nella Germania dell'est tre anni dopo la caduta del muro di Berlino, un centro accoglienza immigrati troppo affollato, una piccola comunità di stranieri che tenta di integrarsi. Sono questi gli ingredienti esplosivi dei drammatici fatti di Rostock nel 1992 quando una folla capitanata da neonazisti appiccò il fuoco a un palazzone abitato da immigrati vietnamiti, dopo che nel quartiere la tensione era esplosa attorno all'arrivo di molti immigrati da Romania e Bulgaria.

A quella vicenda, che scioccò la Germania è dedicato 'Wir Sind Jung. Wir Sind Stark' (Siamo giovani, siamo forti) del giovane regista tedesco di origine afghana Burhan Qurbani, in concorso al Festival del Film di Roma. Girato in un drammatico bianco e nero (solo nel finale, con l'assalto al palazzo degli immigrati e l'incendio, con la polizia che se n'era andata, arriva il colore), il film segue la giornata di Stefan - figlio di un pavido politico progressista locale - ed i suoi amici, che trovano un senso alla loro vuota esistenza nell'odio verso gli stranieri e in una confusa nostalgia per il nazismo.

Dall'altro lato c'è Lien, giovane vietnamita che vuole integrarsi e che invece vede sfumare tutto il suo impegno nel turbine di violenza in cui viene risucchiata. In un momento, come quello attuale, in cui l'immigrazione rischia di diventare il parafulmine di tanti europei toccati dalla crisi, il film di Qurbani è una lezione sui rischi di questi periodi di 'transizione' - proprio come la Germania del 1992 - in cui l'orizzonte futuro non è chiaro e le minacce (vere o percepite) del presente rischiano di innescare pericolose minacce. Qurbani dà alla pellicola un doppio tono, quello del reportage giornalistico - le tv accese con le notizie della tensione che sale sono un leit motiv del film - e quello della narrazione delle dinamiche nel gruppo di giovani arrabbiati, che alla fine si uniscono (quando arriva il colore) dopo un'intervista televisiva di Stefan e gli altri, in cui i ragazzi confessano all'unisono di "non avere sogni".

Un ritratto spietato di una crisi di valori, umana, sociale, che somiglia in maniera inquietante all'attuale. (ANSAmed).

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati