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Foto: 'Tripoli a Roma', gli ebrei libici si raccontano

In mostra a Festival 'Sefarad' tradizioni diaspora 1967

20 aprile, 14:01

(di Cristiana Missori) (ANSAmed) - ROMA, 20 APR - La sposa vestita di rosso, ha le mani e i piedi decorati con l'henné e va incontro allo sposo. Le amiche della giovane, entrano nella sala della festa con ceste colme di 'bsisa', tradizionale mistura di farina di grano tostato e spezie (in genere coriandolo e cumino), diffusa in tutto il Nord Africa. Istanti di gioia durante una 'Hanna', la cerimonia nuziale tipica degli ebrei di Libia, a Roma. Un pezzo di cultura mediterranea nella capitale, raccontato grazie agli scatti della fotografa napoletana Ada Masella. 'Tripoli a Roma, il ritorno di Sefarad', è il titolo della mostra inaugurata ieri alla Reale Accademia di Spagna, nell'ambito della terza edizione del Festival della storia e della cultura gastronomica ebraica della capitale, organizzato dall'Azienda Romana Mercati (azienda della Camera di Commercio di Roma), che fino al 30 aprile prossimo proporrà al pubblico la storia degli ebrei spagnoli, portoghesi e nordafricani rifugiatisi nella città eterna in periodi diversi. Gli ebrei sefarditi di Libia - giunti nella capitale nel 1967 (dopo l'espulsione ordinata da Gheddafi), hanno dato un grande contributo alla vitalità dell'antica comunità ebraica romana, come ha voluto ricordare aprendo la manifestazione, lo stesso presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.

Una storia di integrazione, certo, senza però mai perdere la propria specifica identità e mantenendo vivo il proprio patrimonio di cerimonie religiose, canti, musica, letteratura e cucina tipici. Oggi, a quasi mezzo secolo di distanza, gli ebrei di origine libica rappresentano un terzo della comunità ebraica romana, formata in tutto da circa 13 mila persone. Oltre una ventina le fotografie, da oggi esposte alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (fino al 24 aprile), che consentono di guardare alla zona che da viale Libia si estende a piazzale delle Province con un altro sguardo. Fra quelle strade, si creò una sorta di nuovo quartiere ebraico della capitale, dove la comunità di Tripoli e quella assai più piccola di Bengasi, iniziarono una nuova storia, trasformando anche il quartiere. Quella che oggi è la più grande sinagoga della comunità libica di Roma, Beth El, come testimonia la mostra, circa 30 anni fa ospitava il vecchio cinema Ausonia. (ANSAmed).

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