(ANSAmed) - ROMA, 22 GIU - "Dal punto di vista del morale siamo molto forti, ma ci mancano le armi. Abbiamo bisogno di aiuti militari. Isis ha armi più sofisticate delle nostre". E' l'appello di Nessrin Abdalla, Comandante YPJ Unità di difesa delle donne curde-siriane, oggi in visita a Roma con una delegazione di rappresentanti del movimento curdo, invitata da Sel, che ha difeso e liberato dall'occupazione dell'Isis Kobane, città del Kurdistan siriano al confine con la Turchia, dando vita all'esperimento di democrazia e di autogoverno chiamato Rojava. "Non consideriamo la battaglia solo come una lotta militare, ma anche come una lotta culturale, sociale e di valori che ci da la possibilità di costruire le basi di un nuovo modello di vita sul nostro territorio - ha specificato Nessrin Abdalla - E' vero, lottiamo contro il sistema patriarcale, il despotismo religioso e le disparità tra uomini e donne a favore della libertà e dell'uguaglianza per le donne, ma Isis è una minaccia per tutto il mondo, dunque la nostra è una lotta per salvare i valori dell'umanità". "A Tal Abyad la popolazione per difendersi è dovuta andar via - ha raccontato la comandante facendo riferimento all'ultima operazione del momento YPJ -. La possibilità più facile era andare in Turchia, ma le frontiere sono state chiuse e, solo dopo una ribellione, è stato dato il permesso di accogliere i rifugiati. Abbiamo ripulito strade e case dalle mine messe dall'Isis e richiamato la popolazione. Stiamo dando assistenza umanitaria a tutti per facilitare il rientro in casa. Abbiamo anche dato vita a un'organizzazione per aiutare le donne che hanno subito violenza. La sicurezza intanto è stabilita. Non abbiamo nessuna intenzione di invadere il territorio così come è scorretto parlare di pulizia etnica come ha fatto qualche giornale. E' benvenuto chiunque voglia venire a verificare. Come Unità di difesa del popolo, il nostro obiettivo è difendere tutti, senza distinzioni". "Le battaglie contro Isis sono state feroci e oggi abbiamo tanti feriti, anche molti gravi, e senza le condizioni giuste per curarli" ha aggiunto, infine, Nessrin Abdalla sottolineando la speranze di ricevere aiuti internazionali anche in medicinali.
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