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Archeologia: 'dipinti Francois', chiesto prestito a Torlonia

Soprintendenza e Fondazione Vulci, siano visibili a pubblico

01 febbraio, 12:50

(ANSAmed) - ROMA, 1 FEB - La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale insieme alla Fondazione Vulci chiedono ai Torlonia in prestito per gli 2017-18 lo straordinario ciclo pittorico etrusco scoperto nel 1857 dall'archeologo Alessandro Francois e rimossi nel 1863 proprio dalla celebre famiglia romana, divenuta nel frattempo proprietaria dei terreni. Siamo in un giorno d'aprile del 1857 quando l'archeologo fiorentino Alessandro François si accorge che una fila di "annose querce" segna il terreno in maniera inequivocabile, almeno ai suoi occhi, rivelando la presenza di una di quelle tombe che segnerà per sempre la storia della civiltà etrusca e non solo. Abbattuta la doppia lastra di nenfro (una pietra vulcanica locale simile al tufo) quello che si presentò ai suoi occhi fu straordinario: le pareti, completamente dipinte, gli fecero pensare alla felice mano di Botticelli e del Perugino.

Qualche anno dopo, nel 1863, i proprietari del terreno, i principi Torlonia, asportarono impropriamente le eccezionali pitture decontestualizzandole, aprendo da allora una ferita che non si è più rimarginata.

Il miglior modo di onorare i 160 anni dalla singolare scoperta - ritengono i firmatari della richiesta - è stato quello di inviare una richiesta congiunta e indirizzata agli eredi della nobile casata al fine di ottenere in prestito per gli 2017-18 lo straordinario ciclo pittorico, rendendolo nuovamente disponibile alla pubblica visone. Il soprintendente, Alfonsina Russo, ha dichiarato che "l'indiscussa importanza storica associata all'elevato valore artistico rendono assolutamente unica quest'opera della fine IV sec. a.C., che, non dimentichiamoci, tratta di un episodio di due secoli antecedente (agli inizi del VI sec. a.C.), inerente al dominio etrusco su Roma".

"Crediamo sia giunto il momento che i nobili Torlonia dimostrino di avere nobiltà d'animo dando a Vulci - che tanto ha dato loro - la possibilità di costruire attorno ai dipinti l'identità culturale di questo territorio" ha commentato il Presidente di Fondazione Vulci, Carmelo Messina. (ANSAmed).

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