(ANSAmed) - ROMA, 3 LUG - Eccezionale scoperta nell'area
archeologica di Vulci, dove è stato ritrovato intatto un
tesoretto monetale risalente al III sec. a.C. Lo rende noto un
comunicato della direzione scientifica degli scavi.
Ben 15 monete in bronzo di grandi dimensioni, originariamente
poste probabilmente all'interno di un borsellino in pelle, sono
state rinvenute sopra la tegola di chiusura di un loculo
funerario insieme ad uno strigile in ferro (strumento che
serviva a detergere il corpo) e numerosi materiali ceramici, in
un chiaro atteggiamento rituale a favore di due defunti.
Uno inumato, sicuramente di sesso maschile, aveva un'altra
moneta simile alle altre posizionata sulla spalla sinistra
insieme ad una fibula in bronzo, altri reperti in ferro e
ceramica ai piedi completavano il corredo. Forse la morte è da
attribuire all'elemento in ferro (lancia?) rinvenuto nei pressi
del cranio. Il secondo, incinerato, era stato deposto sulla
banchina e le sue ossa combuste erano avvolte in un sudario
probabilmente chiuso dalla fibula bronzea ritrovata a fianco e
praticamente identica all'altra. Altri reperti sono stati
recuperati nel vestibolo della tomba assieme ad un altro
inumato, tra i quali emerge per importanza una piccola pisside
(calice) di forma circolare con coperchio in piombo.
Le monete appartengono alle prime emissioni romane e
presentano su un lato la prora della nave e sull'altro
l'immagine del dio Giano bifronte. Sicuramente rappresentano
simbolicamente il passaggio del defunto dalla vita al mondo
ultraterreno.
Secondo Carlo Casi, direttore scientifico di Fondazione Vulci.
"la scoperta si colloca all'interno delle indagini estensive e
sistematiche che da anni stiamo conducendo nella necropoli di
Poggetto Mengarelli e che hanno visto lo scavo di più di cento
tombe comprese tra la metà dell'VIII e il II sec. a.C. In questo
caso specifico è interessante lo studio di tale contesto perché
ci consente di meglio definire la continuità sociale tra gli
Etruschi e i Romani, all'indomani della conquista di Roma
avvenuta nel 280 a.C."
Gli scavi sono condotti in collaborazione tra la
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area
metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria
Meridionale, la Fondazione Vulci e il Comune di Montalto di
Castro. (ANSAmed).