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Refugees Welcome Italia, 80 famiglie ospitano rifugiati

Luciana 90enne,ex staffetta partigiana, accoglie 22enne gambiano

18 giugno, 14:01

(ANSAmed) - ROMA, 18 GIU - Dopo la fine del lockdown, sono riprese in Italia le candidature per ospitare i rifugiati in casa del progetto Refugees Welcome. 80 famiglie hanno chiesto di poter accogliere questi stranieri in Italia, e le loro domande sono in corso di valutazione.

ROMA - Il Covid-19 non ferma la solidarietà. Finito il lockdown, riprende il programma di accoglienza in famiglia per rifugiati di Refugees Welcome Italia, con l'avvio delle prime convivenze fra italiani che offrono ospitalità e persone rifugiate che cercano una casa. A rispondere all'appello sono state circa 80 famiglie in tutta Italia: da qualche settimana è iniziato il processo di valutazione delle loro candidature e di abbinamento con i rifugiati.

La convivenza di Luciana e Abdelaziz Per i rifugiati "il rischio è di trovarsi in una situazione di nuova marginalità che può compromettere i primi passi compiuti per inserirsi nel nostro Paese e, soprattutto, mettere a rischio la loro salute. Per questo, a maggio, abbiamo rilanciato la nostra campagna di ricerca famiglie, per capire se c'erano persone disposte ad ospitare una volta terminata la quarantena, nel rispetto di tutte le procedure necessarie", afferma Fabiana Musicco, presidente di Refugees Welcome Italia in vista della Giornata del Rifugiato che si terrà il 20 giugno. Alcuni hanno iniziato già a vivere assieme, come Luciana e Abdelaziz: una signora di 90 anni, ex staffetta partigiana, e un giovane studente di 22 anni. "Da fine maggio ospito nella mia casa di Roma - spiega - Aziz, un giovane rifugiato gambiano. La quarantena mi ha fatto capire ancora di più l'importanza di avere una casa, non solo come spazio fisico, ma anche come spazio affettivo. Non ho avuto timore di fare questa esperienza: sono abituata a stare con i giovani, perché da più di vent'anni vado nelle scuole a raccontare la mia esperienza di partigiana.

Il mio desiderio è che in questa casa Aziz si senta libero, come sono libera io". Di questa convivenza, Abdelaziz racconta: "All'inizio avevo un pò di paura, perché pensavo che vivere con degli italiani non fosse facile. Poi però ho conosciuto Luciana e ho capito che saremmo andati d'accordo".

Storie di accoglienza Vivono assieme da qualche giorno, a Mola di Bari, Ada e Brice.

Ada, è insegnante di italiano in una scuola media ed ha trovato Brice: 28 anni, rifugiato del Camerun, è in Italia dal 2017 ed è "sarto di professione, parrucchiere per hobby". Nel suo Paese d'origine Brice aveva un suo atelier di moda, una volta in Italia ha fatto di tutto, lavorando ovunque fosse possibile e cercando di frequentare corsi di sartoria, ma anche di giardinaggio. "C'è stato un momento in cui ho pensato che fosse ora di smettere di indignarmi per le notizie che leggevo sui giornali. Ho deciso che volevo fare qualcosa di concreto ed ho pensato di essere in grado di ospitare qualcuno. E la pandemia ha rafforzato questa mia idea. Mi ha fatto capire quanto è importante aiutarsi l'uno con l'altro". Ma le storie sono tante come quella di Orietta che ha accolto nella sua abitazione una rifugiata armena arrivata in Italia con i corridoi umanitari o Lorena, 38 anni, romana, che è in attesa di incontrare fra pochi giorni Yamen, l'ingegnere siriano che dovrebbe accogliere.

(Nella foto l'arrivo all'aeroporto romano di Fiumicino di 51 profughi del Corno d'Africa che erano rifugiati da tempo in Etiopia e che saranno accolti presso famiglie italiane.

ANSA/TELENEWS) (ANSA).

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