NAPOLI - Diplomi di Meccatronica, una qualifica rara e assai ambita, oltre agli attestati di italiano, sono stati consegnati agli immigrati facenti parte della Rete Siproimi (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) attiva nel comune di Caserta; la consegna è avvenuta nel corso del convegno "La Buona Accoglienza: Il Modello Caserta", organizzato presso il Salone della Camera di Commercio di Caserta. Presenti il presidente dell'ente camerale Tommaso De Simone (e il segretario Luigi Rao), il vice-sindaco di Caserta Franco De Michele, che ha confermato come "il Comune parteciperà allo Sprar anche nel prossimo triennio", e il direttore della Caritas Diocesana don Antonello Giannotti.
Diminuita l'accoglienza Attualmente il progetto Siproimi, prorogato per l'emergenza Covid fino a fine dicembre 2020 - nei prossimi mesi dovrebbe essere emanato un nuovo bando nazionale per il triennio 2021-2023 - è gestito a Caserta dal Centro Sociale Ex Canapificio e da Casa Rut, ed ha come partner enti come la Caritas Diocesana. Un progetto da 2,5 milioni di euro annui con numeri importanti; in teoria il Siproimi di Caserta può infatti ospitare fino a 200 migranti in 24 appartamenti, tra cui otto donne con bambini, spesso donne vittime di sfruttamento e assistite da Casa Rut; "ma attualmente - spiega Virginia Crovella del Centro Ex Canapificio - sono cento gli immigrati che riusciamo ad ospitare, e ciò sia per gli accordi con la Libia, che hanno fatto crollare il numero degli arrivi, sia per i decreti sicurezza, che hanno eliminato lo strumento del permesso di soggiorno per motivi umanitari, facendo entrare nella clandestinità molti immigrati prima accolti nello Sprar".
Le iniziative portate avanti nel progetto Siproimi I gestori del Siproimi attendono anche i fondi relativi al primo semestre 2020; "il Ministero dell'Interno, già ad aprile - afferma la Crovella - ha accreditato 800mila euro al Comune di Caserta che però, per motivi burocratici, non ce li ha ancora trasferiti". Eppure lo Sprar di Caserta è un vero "modello di inclusione sociale": i migranti che vi fanno parte praticano corsi di italiano, numerosi tirocini professionali, come quello per meccatronici (meccanici ed elettrauto), ma anche nel settore della ristorazione, dell'edilizia, del terziario, dell'agroalimentare e della logistica (35 le imprese coinvolte con quattro enti di formazione), fanno sport, con squadre di calcio e basket iscritti in vari campionati, svogono funzioni sociali, come l'accompagnamento a scuola dei bambini tramite il progetto Piedibus.
PHOTO: Un momento della consegna di uova, colombe o spesa da parte di immigrati che fanno parte di associazioni di volontari in varie parti d'Italia, 11 aprile 2020. ANSA/KALIFOO GROUND (ANSA).