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Tunisia: metà dei giovani lavora nel settore informale

Chiesta strategia per inclusione in economia organizzata

25 settembre, 09:26

(ANSAmed) - TUNISI, 25 SET - La metà dei giovani tunisini lavora nel "settore informale", ovvero in nero. "Questo rappresenta un valore di quasi 16,5 miliardi di dinari in Tunisia. Un valore che non rientra nel circuito bancario o portale e che viene speso al di fuori della sfera economica organizzata". Lo ha ha detto il presidente dell'Unione delle banche del Maghreb (Ubm), Ahmed El Karam, parlando alla conferenza annuale dell'Ubm a Tunisi, sostenendo la necessità di implementare una "strategia nazionale" e un "piano chiaro" per riuscire a integrare i settori emarginati nell'economia organizzata.

Secondo El Karam questa strategia potrebbe aiutare a incoraggiare le persone dedite alle attività parallele ad aprire conti bancari. Il presidente dell'Unione delle Banche del Maghreb ha insistito sull'imperativo di trovare soluzioni per integrare nel sistema monetario organizzato una parte del denaro circolante nel settore informale.

Nei Paesi del Maghreb, il 40% degli abitanti non risulta avere conti bancari. Ciò impone meccanismi di mobilitazione per una migliore inclusione finanziaria di questi gruppi, in particolare i professionisti colpiti dalla pandemia di coronavirus, secondo El Karam. Potrebbero quindi beneficiare dei crediti bancari, ha affermato, chiedendo lo sviluppo di programmi "per aumentare la liquidità nelle banche del Maghreb e della Tunisia, in modo che possano aiutare le imprese colpite a superare questa crisi. I vari attori del settore bancario sono chiamati a rivedere la strategia del partenariato pubblico-privato, a sostenere le start-up e ad optare per la digitalizzazione delle banche, ha raccomandato El Karam. L'Ubm e le università di Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania, hanno firmato a Tunisi una serie di accordi a margine della conferenza al fine di creare una dinamica nel campo della ricerca scientifica e delle attività economiche e finanziarie, e promuovere il settore finanziario e le banche nel Maghreb.

(ANSAmed) (ANSA).

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