A raccontarla in "Two men in town" è Rachid Bouchareb, regista francese di origine algerina che ha fatto il grande salto ed è ormai stabilmente impegnato in produzioni hollywoodiane. Bouchareb ha infatti in bacheca anche due candidature all'Oscar per il miglior film straniero, nel 1994 con "Poussieres de vie" e nel 2006 con "Indigenes".
Stavolta mette in campo un cast di stelle con Forest Whitaker e Harvey Keitel, per raccontare le vicende di William Garnett, che è appena uscito di prigione dove ha tenuto una condotta esemplare grazie alla sua fede musulmana. Ora pronto a cominciare una nuova vita in una piccola città del New Mexico, circondata dal deserto: ma anche lì, in un deserto dove muoiono sempre più immigrati messicani, i fantasmi del suo passato sono ad attenderlo.
Dopo la serata di apertura, la rassegna milanese proseguirà con il suo sguardo sul mondo arabo, dedicando in particolare qeust'anno uno spazio alla Siria presentando in anteprima italiana, mercoledì 7 maggio alle 17 all'auditorium San Fedele, "Ladder to Damascus", di Mohamed Malas (Siria/Libano/Qatar, 2013). Malas, uno dei più noti maestri del cinema siriano e vincitore anche di un premio alla Berlinale del 1983, presenta la sua ultima opera, girata clandestinamente a Damasco in uno spazio chiuso, una sorta di corte-cinema in cui agiscono dodici giovani siriani che vivono in affitto in un'antica casa del centro città. Il film mette in scena la rappresentazione simbolica, stilizzata, della paura e dello sgomento per ciò che sta succedendo nel paese senza però mai mostrare la guerra civile: solo il suono, reale degli elicotteri e degli aerei che sorvolavano il set, ricorda in maniera tangibile la tragedia in atto. Non solo cinema, però, alla rassegna milanese che propone anche una mostra fotografica inedita "One Day in Africa" che ricostruisce 24 ore nella vita del continente attraverso 45 fotografie esposte secondo l'orario in cui sono state scattate - dalle prime luci dell'alba fino a notte fonda - per ricostruire idealmente una giornata africana. E a Milano on poteva mancare uno spazio dedicato alla moda con "Elégance à l'africaine", finestra sull'afro glamour, in compagnia di fashion victims, stilisti e sapeurs, i cultori dell'eleganza africana. (ANSAmed).