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Archeologia, nuovo gran consulto al Cairo su Tutankhamun

Studiosi italiani riferiscono sulla sua 'daga spaziale'

07 maggio, 09:40

(di Rodolfo Calò) (ANSAmed) - IL CAIRO, 7 MAG - E' in corso al Cairo un convegno di egittologi in cui ricercatori italiani presentano risultati di studi su uno stupefacente oggetto appartenuto al faraone Tutankhamun: la sua daga piovuta dallo spazio. Il convegno, che si conclude oggi, è la quarta ''International Tutankhamun GEM Conference'' organizzata annualmente dal Grand Egyptian Museum (Gem), il museo in costruzione vicino alle piramidi che affiancherà quello di piazza Tahrir.

Alla conferenza vengono presentate le più recenti ricerche scientifiche sulla più famosa tomba regale in Egitto: scoperta da Howard Carter nel 1922, quella di Tutankhamun é relativamente piccola ma deve la propria fama all'amplissimo corredo di centinaia di preziosi reperti.

Negli anni recenti gruppi di ricerca italiani stanno contribuendo allo studio del tesoro di Tutankhamon. Si tratta di ricerche interdisciplinari, condotte attraverso l'applicazione ai materiali antichi di scienze e tecnologie avanzate. Un'équipe italiana coordinata da Daniela Comelli del Politecnico di Milano e che include ricercatori di CNR, Università di Pisa, Politecnico di Torino e dell'azienda XGLab - in collaborazione con ricercatori egiziani dell'Università di El Fayyum e del Museo Egizio del Cairo - ha studiato una daga ritrovata sulla mummia del giovane re.

L'impugnatura è d'oro ma é soprattutto la lama in ferro, perfettamente conservata, ad aver suscitato da tempo l'interesse degli archeologi, visto che l'epoca di Tutankhamon precede l'Età del Ferro, periodo nel quale si diffonde la tecnologia necessaria a produrre manufatti con questo minerale. Le analisi del team italiano hanno dimostrato quanto alcuni egittologi supponevano: la lama è stata prodotta con ferro di provenienza extraterrestre, il noto ''ferro meteorico'', e i risultati di questa ricerca saranno presentati al convegno.

Sulla tomba di Tutankhamon peraltro ha lavorato di recente un gruppo di ricerca (nelle foto) coordinato da Franco Porcelli del Politecnico di Torino e composto da ricercatori dell'Università del capoluogo piemontese, delle aziende Geostudi Astier di Livorno e 3DGeoimaging di Torino. Il gruppo è stato invitato dal Ministero delle Antichità egiziano ad accertare la validità di ipotesi, avanzate in anni recenti, sull'esistenza di camere nascoste adiacenti a quella funeraria del giovane re. A tal fine, nel febbraio scorso, state eseguite misurazioni mediante tre sistemi geo-radar di frequenze comprese tra 200 MHz e 3 GHz. L'elaborazione dei dati raccolti è stata completata da poco e si attende ora il via libera da parte del Ministero Egiziano delle Antichità per divulgare i risultati di questa ricerca che dovrebbe stabilire in maniera definitiva la presenza o meno di tali ''camere nascoste''. (ANSAmed).

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