L'occupazione giovanile tra i temi caldi: per il periodo 2012-2015, l'Obi vede un calo dello 0,3% l'anno degli addetti nel Mezzogiorno, contro una crescita media dello 0,3% in Italia, dello 0,5% al Centro dello 0,7% nel Nord-Est e dello 0,4% nel Nord Ovest. Se tali dati dovessero essere confermati, alla fine del decennio 2005-2015, gli occupati meridionali finiranno per rappresentare solo il 25,5% del totale, contro il 27,6% di inizio periodo.
Nel contempo, secondo le proiezioni dell'Obi, il Centro e il Nordovest guadagnerebbero 3 decimi ciascuno sulla quota relativa di addetti, e il Nord Est nel 1,5 punti percentuali. La progressiva concentrazione delle opportunità di lavoro nelle quattro regioni del Nord-Est non potrà che avere riflessi significativi sulle migrazioni interne e sui flussi provenienti dall'Europa dell'Est, del Mediterraneo e dell'Africa, con conseguenze sociali e politiche tutte da valutare.
"Dati che confermano la necessità di una trasformazione complessiva dei sistemi economici, sociali e politici dell'Europa e del Mediterraneo - sottolinea Antonio Corvino, direttore generale dell'Obi -. In queste aree i rischi di blocco della crescita della ricchezza e dell'occupazione, di deterioramento della convivenza civile e di diffusione di una pericolosa deriva malavitosa si legano ai possibili rischi di scontro delle culture mediterranee e al sacrificio di intere generazioni di giovani. In realtà si deve ammettere che il pensiero economico, come quello politico e sociale, si e' adeguato nei decenni recenti ad una sorta di conformismo che ne ha appiattivo le potenzialità critiche".
Da qui, secondo Corvino, la necessità di accettare la "sfida del pensiero", rivolgendo lo sguardo a grandi economisti del recente passato come Federico Caffè, John K.Galbraith e ai grandi pensatori come Albert Camus. E l'invito ai giovani a ''superare il pensiero unico, per raccogliere le nuove sfide economiche e sociali''.Per il dg dell'Osservatorio, inoltre, la bufera in atto impone una forte accelerazione all'assunzione di responsabilità da parte dei giovani.
E anche delle donne, altre protagoniste del Sorrento Meeting, grazie alla partecipazione del Premio Nobel per la Pace, Shirin Ebadi e della psichiatra e scrittrice Rita El Kayat, che non hanno mancato di fare giungere il loro appello a difesa dei diritti femminili, oggi negati, in tanti paesi dall'Oriente all'Occidente, dove la strada per arrivare alla parità, alla libertà e all'uguaglianza è ancora lunga. (ANSAmed).