(ANSAmed) - TUNISI, 04 SET - Siglato nei giorni successivi
alla strage di Sousse nel giugno scorso, presso il consolato
tunisino di Palermo, il progetto 'Un ponte di cooperazione tra
Italia e Tunisia' entra nella sua fase cruciale.
Si conclude oggi infatti a Palermo la formazione del primo
gruppo di 22 giovani, cui ne seguira' un altro la prossima
settimana. Venerdì prossimo invece, a Tunisi, le prime
assunzioni, per una trentina di partecipanti ai corsi, che
continueranno per un triennio a scadenza trimestrale. Questi i
risultati concreti di un protocollo tra il governo di Tunisi,
Cisl Sicilia e le sue associazioni Iscos (Istituto sindacale per
la cooperazione allo sviluppo), Anolf (Associazione nazionale
oltre le frontiere), Anteas (Associazione nazionale terza eta'
attiva per la solidarieta'), e il vescovado di Mazara del Vallo,
che ha tra i suoi obiettivi generali la lotta all'abbandono
forzoso della terra d'origine da parte delle popolazioni
africane e la ''riduzione delle diseguaglianze socioeconomiche''
tra paesi in via di sviluppo e paesi del nord del mondo. Tra le
aziende partner: le veronesi Italhouse, Unifil Customer Service
e la coop Promozione Lavoro. In particolare i giovani
selezionati potranno svolgere in Tunisia attività di
telemarketing e customer care, per la Pro2c, azienda tunisina
del gruppo industriale Globalnet, con uno stipendio di circa 800
dinari e avranno diritto anche ad alcuni benefit: dai buoni
pasto a un servizio di car sharing per andare e tornare dal
posto di lavoro. È richiesta la conoscenza delle lingue
(italiano e tedesco oltre che inglese e francese) ma questo
requisito non rappresenta un problema in un paese di 11 milioni
di abitanti che ogni anno sforna 110 mila laureati, il 90% dei
quali ne parla almeno tre, precisano gli organizzatori. Il
progetto, spiegano alla Cisl, si rivolge anche ai tunisini
immigrati in Italia che volessero cogliere l'opportunità di
rientrare nel loro paese. ''Offriamo un modello virtuoso di
cooperazione, precisa Mimmo Milazzo, segretario Cisl Sicilia,
individuando procedure, modalità e tempi di un percorso che
vuole promuovere sviluppo direttamente nei paesi d'origine dei
flussi. Il nostro intende essere un contributo per un argine al
dramma che è sotto gli occhi di tutti''. (ANSAmed)