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Musica, 'Vussia Cuscenza', Grasso tra tradizione e modernità

Suoni Sicilia aperti a contaminazioni in nuovo album cantautrice

01 marzo, 09:29

(ANSAmed) - ROMA, 1 MAR - Una musica che significa rinascita, amore, tradizione e contaminazione culturale: "Vussia Cuscenza", l'ultimo album della cantautrice catanese Gabriella Lucia Grasso, in uscita il 3 marzo per la Narciso Records, vuole essere un "ponte tra passato e presente, tra tradizione e modernità", con il quale riscoprire le contaminazioni culturali di una Sicilia terra di passaggio di tutto il Mediterraneo e del mondo. "Le contaminazioni, gli scambi culturali sono fondamentali per non perdere ciò che abbiamo. Dobbiamo custodire questo dialogo culturale, con l'Argentina, con il Mediterraneo", sottolinea ad ANSAmed l'artista.

"Vussia Cuscenza" è "la coscienza con cui lottiamo ogni giorno. Io gli do del "voi", in segno di rispetto. Spesso ne vediamo solo la parte superficiale, perchè con la coscienza interiore, quella profonda, difficilmente riusciamo a farci i conti", spiega la cantante.

Il disco è intriso di amicizia: "Tutti i musicisti che hanno contribuito alla realizzazione di questo album sono miei amici che mi sostengono da tanti anni". L'album vede la partecipazione della cantante argentina Lidia Borda "della quale sono molto onorata" e di Carmen Consoli, della quale Gabriella Lucia Grasso aprirà i concerti dell'Eco delle sirene Tour, a partire dalle date del 2 e 3 marzo all'Auditorium Parco della Musica a Roma.

"Aprire i concerti di Carmen è per me una grande emozione e un grande onore. Siamo amiche da tanti anni, condividiamo l'amore per la musica, la filosofia buddhista, l'età. Il rapporto professionale è nato dopo e per me è stata una grande risorsa: potermi confrontare con lei sul campo è stato motivo di crescita".

"Vussia Cuscenza" è il "segno della mia rinascita", spiega la cantautrice. E' una rappresentazione dell'amore, dell'abbraccio, "un gesto d'amore incondizionato e che rappresenta l'amore filiale, amicale, amoroso, materno". Un amore che l'ascoltatore "rivive attraverso il racconto dell'artista". L'album è un omaggio alla Sicilia, "la mia terra, le mie radici, i miei profumi, ma soprattutto la lingua che mi ha permesso di rappresentare questo mio sentire. Essere siciliani è una condizione che non si può escludere dalla propria vita. Te lo ricorda l'Etna, il mare, il temperamento. Tutto questo emerge nella musica". La tradizione è "il nostro passato e noi siamo costruiti da questo. Non possiamo abbandonarlo": Gabriella Lucia Grasso canta le "miniminagghie", storielle raccontate ai bambini con un insegnamento di vita, o gli antichi mestieri come nella canzone "Don Pippuzzo". "E' un mio dovere tramandare questa cultura, che altrimenti andrebbe persa".

Nell'album si incontrano luoghi vicini e lontani: la Sicilia e l'Argentina. "La nostra storia ci ricorda che per motivi economici anche i siciliani sono dovuti andare lontano, e questo altrove l'ho ritrovato in Argentina" spiega la cantautrice.

Questo ritrovamento ha creato nella mia mente e in quella del mio collaboratore Denis Marino un anello di congiunzione, un ponte che unisce il passato con il presente".(ANSAmed).

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