Bagliori, ombre lontane che si aggirano imponenti, movimenti impercettibili colti a distanza, figure che scompaiono e improvvisamente riappaiono baluginando sono i mutevoli effetti delle creazioni di Puccetti, nelle quali grandi occhi, linee spezzate, branchie, squame, pinne, mandibole mobili animano le sagome di pesci reali e fantastici. Subacqueo, biologo ma soprattutto 'homo faber', Puccetti taglia lamiere di alluminio, recupera lastre di ottone, seleziona frammenti di rame e acciaio e li unisce utilizzando microscopiche viti (mai la colla) e con un sapiente lavoro di bilanciamento li trasforma in saraghi, cefali, orate, cernie in costante movimento. Metafora forse del nostro essere, scrive la curatrice Laura Mocci, "sembrano alludere alla leggerezza del nostro esistere sottolineandone, con ironia, l'imprevedibilità".
(ANSAmed).