(ANSAmed) - RABAT, 3 DIC - Innovazione per la salute, recita lo
slogan. E senza voler sollevare ulteriori polemiche Valentino
Mercati, il signor Aboca, spiega la sua scelta. In
controtendenza, proprio quando il Maghreb diventa terra di
pericoli, e all'indomani degli attacchi di Parigi, terra
sconsacrata persino per il turismo, il patron dell'azienda
toscana che fornisce all'industria farmaceutica i complessi
molecolari vegetali ottenuti con l'agricoltura biologica,
sceglie il Marocco. Aretino, classe 1939, non è nuovo alle
svolte sorprendenti: nel 1978 lasciò un avviato negozio di
automobili per piantare ottocento ettari di piante officinali in
Valtiberina. Ne nacque Aboca, che oggi ha 800 dipendenti e un
fatturato di 120 milioni. Adesso vuole fare Aboca marocchina.
Perché il Marocco? "Chi mi conosce sa che nella mia vita ho
fatto tutto in controtendenza, ma sempre al momento giusto. Non
sono pazzo. Da tre anni studio il Marocco esplorando la
possibilità di trovare campi a quelle latitudini, per continuare
a garantire la qualità delle materie prime. Ora sono vicino al
risultato che volevo".
Il Marocco ospita molte aziende come la sua, ha una grande
tradizione erboristica. È per questo che è venuto qui?
"Ci sono principalmente tre ragioni che mi hanno spinto a
guardare il Marocco. Per prima cosa è un paese che ha detto no
agli Ogm e questo è un grande vantaggio di partenza. Non pensi
solo alla terra, i pericoli possono venire per esempio dagli
animali che mangiano derrate ogm. Secondo punto a favore è il
clima, che in alcune zone raggiunge temperature ottimali per la
crescita di piante subtropicali come l'Aloe per esempio. Terzo
vantaggio, che potrebbe essere il primo, il Marocco ha una
situazione politica stabile, è una monarchia ben assestata, è un
paese che trasmette fiducia a chi vuole investire".
Dice che in Italia si usano troppi pesticidi, ma è sicuro che
la situazione in Marocco sia migliore?
"Per stare al sicuro, abbiamo bisogno di grandi spazi,
innanzitutto. Almeno 500 ettari, così possono essere difesi da
inquinanti esterni. Io li ho cercati anche a casa, in Toscana.
Ma è difficile. Ho bisogno di grandi superfici per coltivare con
tecniche di agricoltura all'avanguardia. Poi, cosa ancora più
difficile, abbiamo bisogno di terreni non contaminati da ogm né
da inquinanti chimici. Negli ultimi tre anni, questi terreni li
abbiamo cercati in Marocco, a sud, nella zona di Marrakech e
adesso in quella di Agadir. Ora ci siamo. Vicino al mare il
clima è perfetto per i nostri scopi. Ho già una squadra di
farmacisti e botanici al lavoro per me. Presto riusciremo a
partire con le coltivazioni". (ANSAmed)