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Rigenerazione urbana: migrazioni e turismo cambiano la città

Un incontro a Mediterraneo Downtown

03 maggio, 12:16

(ANSAmed) - FIRENZE, 3 APR - La ri-generazione urbana. Ovvero come cambiano le città a fronte dei cambiamenti sociali come l'immigrazione o l'improvviso sviluppo turistico e la risposta delle amministrazioni e della politica. Se ne parla sabato 5 maggio a Prato, nell'ambito del Festival Mediterraneo Downton, promosso da COSPE onlus, Comune di Prato e Regione Toscana in collaborazione con Libera, Amnesty International e Legambiente Italia.

Nel panel Alessandro Scarnato, architetto pratese che vive a Barcellona, Pierpaolo Piscopo, ricercatore e giornalista che ha studiato il fenomeno delle banlieues all'epoca dell'isis e Lilia Ben Ramdhane, architetta/artista che vive e fa vivere la medina di Tunisi. L'incontro, alle 14 nel salone del Consiglio comunale, è moderato dall'assessore all'urbanistica della Città di Prato, Alessio Barberis, e affronta punti di vista diversi: città con potenzialità e criticità diverse, passati storici molto lontani come il franchismo in Spagna e il colonialismo in Francia, esperimenti delle amministrazioni locali. Scarnato è autore del libro "Top model Barcellona. Un racconto urbano tra architettura, politica e società" dove si racconta il percorso di rinnovamento urbano di Barcellona che, dal 1975 del post franchismo, la proiettò rapidamente al centro dell'attenzione internazionale facendo nascere il cosiddetto "Modello Barcellona". Cominiciò allora una irripetibile stagione di progetti focalizzata sul centro storico, scenario privilegiato sul quale ai tre attori principali (politica, società e architettura) si sono aggiunti importanti comprimari come immigrazione, turismo e globalizzazione, alterando in modo inatteso il copione prestabilito. Un posto privilegiato della narrazione è occupato dal periodo "olimpionico" (Olimpiadi del 1992), evento che, caso rarissimo nella storia delle Olimpiade moderne, fece letteralmente rinascere Barcellona. Questo programma di rigenerazione urbana ha fatto scuola nel mondo e sedotto architetti, urbanisti e sindaci. Piazze, strade, viali, passeggi, spazi di risulta sono stati trasformati in magnifici scenari di vita urbana che hanno dimostrato che il diritto alla città è il diritto a godere dei suoi spazi comuni. Ma dopo essere stata un esempio mondiale, Barcellona è ora anche la prima città a interrogarsi sugli effetti negativi del successo turistico e dell'investimento immobiliare globale. E l'attacco terroristico dello scorso agosto rimette tutto in discussione, dice ancora l'architetto commentando la tragedia: "Tanto il bilancio delle vittime (per lo più straniere) come la reazione internazionale all'attacco sollevano, infatti, alcune questioni.

A chi appartiene, in definitiva, la città?".

Il libro di Pierpaolo Piscopo, "Banlieues tra emarginazione e integrazione per una nuova identità" indaga su questo luogo fisico e dell'immaginario dove si concentrano le contraddizioni di una grande città come Parigi, e quelle di tutto il nostro mondo. Si parla di seconde generazioni, ghetti, rap, questione femminile, l'educazione, radicalizzazione, giovani, multiculturalismo, sicurezza, estremismo, terrorismo. E per tutto questo una sola soluzione possibile: il dialogo. Il libro di Pier Paolo Piscopo - dice Donatella Di Cesare nella prefazione - è un "viaggio sociologico, ma anche e soprattutto politico, che si inoltra negli spazi urbani votati all'"integrazione" e consegnati invece a ogni forma di violenza.

Perché queste periferie sono escluse anzitutto - come l'autore sottolinea - dallo spazio pubblico, in cui dovrebbe svilupparsi quel dialogo che è alla base di ogni coabitare".

A chiudere il cerchio Lilia Ben Romdhane, giovane architetta tunisina che ha focalizzato da subito il suo interesse sulla valorizzazione del patrimonio tangibile e intangibile del proprio paese. Nel 2017, in collaborazione con l'Istituto del Patrimonio Nazionale di Tunisi, ha concentrato il suo lavoro sugli edifici tradizionali e sullo sviluppo di piani adeguati per salvaguardare e valorizzare il villaggio storico di Sidi Bou Said, cercando nel contempo di indirizzare il suo interesse verso lo stile di vita urbano. Ha collaborato con gruppi di performer artistici nella Medina dal 2014, con i quali ha sviluppato progetti partecipativi con la popolazione, cercando di evidenziare la Medina non solo come un sito storico ma anche come un luogo di devozione e vita quotidiana. (ANSAmed).

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