Dopo quattro anni in Trentino, i due studenti palestinesi, Fadi Batarseh e Laith Micheal Jamil Kokaly, sono rientrati e sono stati integrati nello staff tecnico della cantina che si trova al centro dell'iniziativa di cooperazione internazionale supportata dalla Provincia autonoma di Trento, con la supervisione tecnica della Fondazione Mach e la collaborazione dei Volontari per lo sviluppo internazionale e della Conferenza episcopale italiana. In questi giorni, fanno sapere dalla Fondazione, la rivista internazionale Molecular Biotechnology ha pubblicato il risultato del lavoro di tesi di laurea di Fadi Batarseh per la realizzazione del quale l'Università di Hebron ha fornito campioni di 43 vitigni tradizionali della Palestina, finora coltivati localmente per il consumo fresco e oggi oggetto di recupero e valorizzazione anche enologica. ''Il gruppo di genetica della vite del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Mach ha analizzato i profili del Dna di questi materiali identificando diverse sinonimie e concludendo che si tratta di 21 diverse varietà di cui solo 8 già descritte nelle banche dati internazionali. E' la prima volta, rendono noto dalla Fondazione, ''che viene analizzata la diversità genetica di vitigni provenienti da quest'area geografica di grande importanza storica per la diffusione della viticoltura''. (ANSAmed).
Vitienologia palestinese rafforza radici grazie al Trentino
Formati al San Michele,studenti tornano a Betlemme da Salesiani
Dopo quattro anni in Trentino, i due studenti palestinesi, Fadi Batarseh e Laith Micheal Jamil Kokaly, sono rientrati e sono stati integrati nello staff tecnico della cantina che si trova al centro dell'iniziativa di cooperazione internazionale supportata dalla Provincia autonoma di Trento, con la supervisione tecnica della Fondazione Mach e la collaborazione dei Volontari per lo sviluppo internazionale e della Conferenza episcopale italiana. In questi giorni, fanno sapere dalla Fondazione, la rivista internazionale Molecular Biotechnology ha pubblicato il risultato del lavoro di tesi di laurea di Fadi Batarseh per la realizzazione del quale l'Università di Hebron ha fornito campioni di 43 vitigni tradizionali della Palestina, finora coltivati localmente per il consumo fresco e oggi oggetto di recupero e valorizzazione anche enologica. ''Il gruppo di genetica della vite del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Mach ha analizzato i profili del Dna di questi materiali identificando diverse sinonimie e concludendo che si tratta di 21 diverse varietà di cui solo 8 già descritte nelle banche dati internazionali. E' la prima volta, rendono noto dalla Fondazione, ''che viene analizzata la diversità genetica di vitigni provenienti da quest'area geografica di grande importanza storica per la diffusione della viticoltura''. (ANSAmed).