Dipende totalmente da una famosa sostanza psicotropa, detta ''Madame Courage'', ovvero compresse di Artane, molto diffuse tra i giovani algerini, perché producono euforia e danno sensazione di invincibilità. Ancora una volta il cinema israeliano torna a parlare di processo di pace mancato e avanzata dell'estremismo religioso nel tessuto sociale. Amos Gitai presenta in concorso, Rabin - the Last Day, pellicola in cui analizza i fattori che hanno portato all'assassinio di Rabin. ''Sono passati vent'anni - afferma il cineasta - e le prospettive della pace sono svanite con i sogni di normalità degli anni novanta. Ma gli uomini che resero possibile l'omicidio del nostro primo ministro sono ancora a piede libero. Alcuni di loro flirtano oggi con il potere. Sono allarmato dalla crescente diffusione di una violenza di matrice religiosa nel cuore della società laica israeliana. È una malattia che potrebbe tranquillamente distruggere l'idea democratica su cui è stato fondato Israele''.
Per la sezione Orizzonti la cinematografia israeliana sarà rappresentata invece da due giovani realizzatrici: Hadar Morag con Lama azavtani (Why Hast Thou Forsaken Me) (Orizzonti) e Yaelle Kayam con Mountain. Anche la settima arte turca trova spazio al Lido. Quattro, infatti, le pellicole proposte: da Abluka (Frenzy) di Emin Alper, in concorso, che racconta la violenza del sistema politico a Umut (Speranza, 1970 - Venezia Classici) di Yilmaz Guney. Fra le sette opere prime selezionate Nella Settimana internazionale della Critica, ci sarà Ana yurdu (Madrepatria) di Senem Tuzen, mentre per il Venice Film Market - piattaforma che presenta e scopre film e progetti di alta qualità - ci sarà The Bank of Broken Hearts di Onur Unlu. Dalla costa adriatica approdano alla Mostra due cortometraggi croati Belladonna di Dubravka Turic e Interruption di Yorgos Zois (Grecia/Croazia) e il montenegrino Ivan Salatic con Dorista, tutti proposti nella sezione Orizzonti. Infine per Final Cut in Venice, il consueto workshop di sostegno alla post-produzione di film africani e del Medio Oriente sono sei le pellicole selezionate e realizzate da registi provenienti da Iraq, Tunisia, Egitto, Marocco e Siria.
(ANSAmed).