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Cinema: Mostra di Venezia apre finestra su filmografia Med

Da crisi società algerina a morte Rabin, luci e ombre area

27 agosto, 16:34

(ANSAmed) - ROMA, 27 AGO - Anche quest'anno la Mostra del Cinema di Venezia (2-12 settembre) apre una finestra sulla filmografia del Mediterraneo e del Medio Oriente. Fra lungometraggi, corti e documentari in cartellone, è soprattutto la sezione Orizzonti a dare ampio spazio ai registi di Algeria, Turchia, Israele, Grecia, Iran, Croazia, Montenegro. Torna innanzitutto il regista algerino Merzak Allouache con Madame Courage. E' un'Algeria scomoda, ''di cui nessuno vuol parlare'', quella dipinta in questo suo nuovo lungometraggio. ''Droga, prostituzione, violenza e disordini quotidiani mettono il Paese a rischio di una rivolta politica e sociale di cui nessuno può prevedere la portata'', commenta presentando il suo film. La storia è quella di Omar, adolescente ai margini della società che vive in una baraccopoli poco fuori la città di Mostaganem.

Dipende totalmente da una famosa sostanza psicotropa, detta ''Madame Courage'', ovvero compresse di Artane, molto diffuse tra i giovani algerini, perché producono euforia e danno sensazione di invincibilità. Ancora una volta il cinema israeliano torna a parlare di processo di pace mancato e avanzata dell'estremismo religioso nel tessuto sociale. Amos Gitai presenta in concorso, Rabin - the Last Day, pellicola in cui analizza i fattori che hanno portato all'assassinio di Rabin. ''Sono passati vent'anni - afferma il cineasta - e le prospettive della pace sono svanite con i sogni di normalità degli anni novanta. Ma gli uomini che resero possibile l'omicidio del nostro primo ministro sono ancora a piede libero. Alcuni di loro flirtano oggi con il potere. Sono allarmato dalla crescente diffusione di una violenza di matrice religiosa nel cuore della società laica israeliana. È una malattia che potrebbe tranquillamente distruggere l'idea democratica su cui è stato fondato Israele''.

Per la sezione Orizzonti la cinematografia israeliana sarà rappresentata invece da due giovani realizzatrici: Hadar Morag con Lama azavtani (Why Hast Thou Forsaken Me) (Orizzonti) e Yaelle Kayam con Mountain. Anche la settima arte turca trova spazio al Lido. Quattro, infatti, le pellicole proposte: da Abluka (Frenzy) di Emin Alper, in concorso, che racconta la violenza del sistema politico a Umut (Speranza, 1970 - Venezia Classici) di Yilmaz Guney. Fra le sette opere prime selezionate Nella Settimana internazionale della Critica, ci sarà Ana yurdu (Madrepatria) di Senem Tuzen, mentre per il Venice Film Market - piattaforma che presenta e scopre film e progetti di alta qualità - ci sarà The Bank of Broken Hearts di Onur Unlu. Dalla costa adriatica approdano alla Mostra due cortometraggi croati Belladonna di Dubravka Turic e Interruption di Yorgos Zois (Grecia/Croazia) e il montenegrino Ivan Salatic con Dorista, tutti proposti nella sezione Orizzonti. Infine per Final Cut in Venice, il consueto workshop di sostegno alla post-produzione di film africani e del Medio Oriente sono sei le pellicole selezionate e realizzate da registi provenienti da Iraq, Tunisia, Egitto, Marocco e Siria.

(ANSAmed).

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