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Venezia: Frenzy, Istanbul tra sospetti, bombe e cani

Alper, potrebbe essere il presente o il futuro del mio paese

08 settembre, 17:45

(dell'inviato Francesco Gallo) (ANSAmed) - VENEZIA, 8 SET - Un po' Kafka, un po' film apocalittico-politico-esistenziale, Frenzy (Abluka) di Emin Alper, film turco in corsa per il Leone d'oro alla 72/a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, mette in scena piccoli uomini ai margini, stritolati da un sistema che li usa e li mette, anche inconsapevolmente, l'uno contro l'altro. E questo in una Istanbul distopica (ma potrebbe essere attuale) dove le bombe sono all'ordine del giorno come la caccia ai terroristi (con i cani) che le installano. Siamo appunto nelle capitale della Turchia stretta nella morsa della violenza politica. Hamza, alto funzionario di polizia, offre a un riconoscente e mite Kadir la libertà condizionale (deve scontare ancora due anni). Ma a un patto: Kadir deve entrare nella filiera come nuova unità di spionaggio composta da raccoglitori di rifiuti (un modo per controllare le famiglie). Kadir accetta e inizia a raccogliere spazzatura nei sobborghi più disagiati, verificando se tra i rifiuti ci siano materiali utilizzati per la fabbricazione di bombe. L'uomo, uscito di prigione, ritrova il fratello minore Ahmet depresso perché è stato appena lasciato dalla moglie. Ahmet lavora per il comune, come agente di una squadra incaricata dell'eliminazione dei cani randagi a colpi di fucile da caccia. In una realtà in cui il sospetto supera di gran lunga la fiducia, Ahmet non riuscirà a legare davvero con il fratello, nonostante l'insistenza di quest'ultimo che bussa continuamente alla sua porta. Kadir mette su una teoria del complotto anche solo per giustificare il distacco di Ahmet. "Frenzy - spiega il regista pluripremiato con Tepenin Ardi (2012) -, si svolge in una città che sta scivolando nel caos politico. Lo stato centrale combatte disperatamente contro i terroristi che hanno base nei quartieri disagiati. Quando le tecniche di isolamento e segregazione di questi quartieri non funzionano, il governo adotta nuove strategie". E ancora, spiega Alper, "in 'Frenzy' punto lo sguardo su 'piccoli uomini' che sono al contempo strumenti e vittime di una violenza sistematica. Kadir è un informatore che ha il potere di porre termine ad una vita attraverso le 'informazioni' che fornisce.

Ahmet è uno sterminatore di cani randagi, metafora e immagine speculare del cacciatore di terroristi. Che le loro pratiche di violenza siano dirette verso cani randagi o terroristi, questi uomini seguono ordini, vuoi al fine di avverare i propri sogni o giusto per guadagnarsi da vivere. Sono indifferenti agli effetti causati dai loro strumenti. Ciononostante, non possono sfuggire agli effetti soffocanti del clima politico. La violenza che li circonda e le pressioni delle autorità li rendono sempre più paranoici. L'esito di questa paranoia è letale, a causa proprio delle armi che hanno a disposizione". "E' vero - conclude il regista - non identifico il momento temporale in cui si svolge la storia di Frenzy. Si potrebbe trattare di presente, passato o futuro. Comunque è una situazione non troppo lontana dalla Turchia di oggi".(ANSAmed).

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