La prova piu' evidente e piu' imbarazzante al tempo stesso del solco che si starebbe creando fra premier e presidente si e' avuta ieri, con Nikolic mostratosi sorpreso e contrariato dalle affermazioni di Dacic, che il giorno prima non aveva escluso il si' di Belgrado a un seggio all'Onu per il Kosovo nel caso di un accordo globale e complessivo con Pristina non contrario agli interessi della Serbia. ''Se Dacic ha pensato che la Serbia a certe condizioni potrebbe riconoscere il Kosovo e che il Kosovo potrebbe divenire membro dell'Onu, io non sono d'accordo'', aveva detto Nikolic alla stampa estera.
Sempre ieri Nikolic e Dacic avevano espresso valutazioni diverse sulla visita a Belgrado del premier croato Zoran Milanovic, considerata molto importante per rompere il gelo che caratterizza i rapporti serbo-croati dall'elezione di Nikolic e dalle sue dichiarazioni controverse sulle guerre degli anni novanta nella ex Jugoslavia, e in particolare su Vukovar e Srebrenica. Mentre Dacic, nel colloquio con Milanovic e nel successico incontro con i giornalisti, ha usato toni concilianti parlando di visita positiva e importante per i rapporti fra i due Paesi, il presidente si e' mostrato contrariato e 'offeso', affermando che sarebbe stato piu' opportuno un primo incontro fra i due presidenti e non fra i premier. A suo avviso inoltre il premier croato Milanovic non sarebbe stato sincero nelle sue affermazioni distensive verso Belgrado.
A far emergere gli ormai evidenti screzi e contrasti fra presidente e premier era stato nei giorni scorsi un documento sul Kosovo ('piattaforma'), messo a punto da Nikolic ma che il presidente ha dovuto modificare dopo le critiche giunte dal governo.
Borislav Stefanovic, capogruppo del Partito democratico (Ds, opposizione) in parlamento, ha detto che e' ormai chiaro che la Serbia ha ''due politiche statali contrapposte, una del presidente e l'altra del governo''. Se fosse vero non sarebbe un segnale positivo per le ulteriori riforme di cui la Serbia ha bisogno, per la soluzione della crisi del Kosovo e per il cammino ancora lungo che Belgrado ha dinanzi sulla strada verso l'integrazione nella Ue. La cui condizione principale e' proprio la normalizzazione dei rapporti con Pristina. (ANSAmed)