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Grecia: governo esce rafforzato da mozione sfiducia Syriza

E' doppia sconfitta per il maggiore partito d'opposizione

12 novembre, 14:16

(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE, 12 NOV - La recente mozione di sfiducia presentata da Syriza, il partito della sinistra radicale e maggiore gruppo dell'opposizione in Grecia, contro il governo di coalizione guidato dal premier conservatore Antonis Samaras (l'ultima di 11 discusse in 40 anni di vita democratica della Grecia, dalla caduta del regime dei colonnelli ad oggi) ha avuto lo stesso esito delle precedenti: non ha creato alcun danno al governo, anzi - come ha detto il premier alla fine del dibattito -, "il governo ne è uscito molto rafforzato".

La mozione – respinta con 153 voti contrari e 124 favorevoli su 294 votanti - era stata presentata sulla scia delle critiche mosse al governo dopo la decisione di far sgomberare con la forza dalla polizia giovedì la sede della ex Tv statale Ert, occupata da giugno da ex dipendenti licenziati.

Se mai il dibattito su una mozione è servito a portare alla luce problemi interni ai partiti, ciò è avvenuto anche stavolta con Syriza, il cui leader ha dovuto presentare la mozione - pur sapendo che non avrebbe avuto alcuna possibilità di successo - per tenere unito il partito in agitazione dopo il suo discorso tenuto all'Università di Austin (Texas) dove, stravolgendo la linea politica seguita sino ad quel giorno, aveva sostenuto che la Grecia non dovrà uscire e non uscirà mai dall'eurozona.

"Forse l'eurozona è stato un errore. La Grecia però non uscirà dall'eurozona di propria volontà. Non dovrà farlo e non lo farà. Oggi - aveva aggiunto il leader di Syriza - l'eurozona esiste. Abbiamo un'unione monetaria e una moneta unica.

Un'eventuale uscita non porterebbe alcun vantaggio. Anzi innescherebbe gravi problemi come l'amministrazione di una nuova moneta instabile, le corse agli sportelli, l'inflazione, la fuga di capitali e di uomini", aveva detto Tsipras ad Austin. In sostanza si è trattato di un cambiamento radicale della linea politica di Syriza in quanto sinora il partito aveva sostenuto che "il primo atto di un governo formato da Syriza sarebbe stato quello di stracciare il Memorandum firmato con i creditori internazionali del Paese". "Primo atto del governo della sinistra - aveva dichiarato Tsipras alla vigilia delle elezioni del giugno 2012 - dovrà essere l'annullamento del Memorandum e di tutte le leggi ad esoo collegate. Dopodichè il governo denuncerà i termini gravosi degli accordi". Quale occasione migliore dunque per il leader di Syriza di presentarsi come un "anti-memorandum" se non quella dello sgombero della sede della televisione pubblica da parte della polizia? Il risultato, anche se nessuno comunque sperava nella caduta del governo, rappresenta quindi una sconfitta per Tsipras e su due fronti perchè, oltre a non essere riuscito a sfiduciare il governo, anche la manifestazione di protesta organizzata dal suo partito davanti al Parlamento durante il dibattito sulla mozione è miseramente fallita. "Si è trattato - ha scritto il quotidiano ateniese Ta Nea - di una dimostrazione a carattere familiare". All'appello si sono presentate infatti non più di 3.000 persone. Per quanto riguarda il governo, esso è uscito rafforzato dal dibattito. Il risultato della votazione, secondo vari analisti, cementa la coalizione composta da Nea Dimokratia (centro-destra) e Pasok (socialista) e manda ai partner europei un importante messaggio sulla stabilità del Paese. Circa il Pasok, guidato dal vicepremier Evangelos Venizelos, la mozione di sfiducia ha portato alla ribalta le due anime del partito: quella favorevole alla permanenza del Pasok al governo e alla collaborazione con Nea Dimokratia e quella contraria al proseguimento di tale collaborazione. I membri di quest'ultima, nonostante tutto, lunedì notte - pur esprimendo molte riserve sulla politica del governo - alla fine si sono allineati alla leadership del partito e hanno votato contro la mozione facendo notare di aver voluto concedere altro tempo all'esecutivo sino alle elezioni per il Parlamento europeo. Ma non hanno spiegato cosa succederebbe una volta caduto l'attuale governo. (ANSAmed).

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