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Isis, "messaggi all'America" per parlare all'Islam

Strategia mediatica per fare proseliti dietro le decapitazioni

04 settembre 2014, 10:09

Redazione ANSA

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Un frame tratto dal video mostrato dai combattenti dell 'Isis al termine della decapitazione di James Foley - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un frame tratto dal video mostrato dai combattenti dell 'Isis al termine della decapitazione di James Foley -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Un frame tratto dal video mostrato dai combattenti dell 'Isis al termine della decapitazione di James Foley - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Alberto Zanconato) (ANSAmed) - BEIRUT - Da una parte autorita' religiose musulmane che continuano a condannare le azioni dello Stato islamico. Dall'altra giovani aspiranti jihadisti che, specie dalla Gran Bretagna, non smettono di inneggiare alle imprese dei terroristi e si dicono pronti a unirsi a loro. Sono gli effetti contrapposti delle immagini delle decapitazioni di ostaggi diffusi dall'Isis. Una campagna mediatica che sembra proporsi di reclutare sostenitori tra musulmani piu' estremisti o emarginati piuttosto che costringere effettivamente gli Stati Uniti a mettere fine ai suoi raid in Iraq. L'Isis ha intitolato "messaggi all'America" i video delle decapitazioni dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff. Ma il messaggio appare diretto più ad un pubblico islamico, in particolare sunnita, che potrebbe vedere nello Stato islamico, e nel Califfato da esso proclamato tra Iraq e Siria, l'incarnazione di un nuovo spirito di rivincita contro l'Occidente e gli sciiti. Per rafforzare l'aura di invincibilità dell'Isis - il primo elemento che spiega il suo fascino presso i sostenitori - potrebbe essere strumentalizzato anche il messaggio che, una settimana prima dell'uccisione del figlio, la madre di Sotloff ha inviato al capo dei jihadisti, Abu Bakr al Baghdadi, rivolgendosi a lui come "il Califfo dello Stato islamico". "Lei, Califfo, può garantirgli l'amnistia", ha detto la donna, chiedendo la liberazione del figlio. E tutto il rituale delle esecuzioni di Sotloff e di Foley sembra fatto apposta per rivendicare all'Isis l'autorita' di un vero e proprio Stato, sullo stesso piano degli Usa. Il boia si rivolge direttamente al presidente americano Barack Obama per lanciargli messaggi di sfida, e poi fa parlare gli ostaggi in procinto di essere uccisi perche' accusino l'inquilino della Casa Bianca di essere il responsabile delle loro morti. Inoltre, i prigionieri indossano entrambi tute arancioni, lo stesso colore dei detenuti del carcere americano di Guantanamo. Una strategia mediatica, dunque, che non sembra lasciare nulla al caso e che ha fatto fare ai nuovi terroristi un passo avanti rispetto alle uccisioni di ostaggi compiute dall'allora leader di Al Qaida in Iraq, il giordano Abu Musab al Zaraqawi.

Fino all'inizio dell'estate, del resto, l'avanzata dello Stato islamico nel nord dell'Iraq era stata favorita dal sostegno di almeno una parte della popolazione e dei clan tribali sunniti, che si consideravano vittime delle politiche discriminatorie del primo ministro sciita Nuri al Maliki. Ma ora l'effetto piu' evidente di questa campagna e' la presa che e' stata capace di esercitare su giovani europei animati da un puro spirito ribelle contro una societa' in cui non si sentono integrati, spesso a causa di problemi personali. Gli Imam del Regno Unito hanno emesso nei giorni scorsi una Fatwa (decreto religioso) per condannare i giovani musulmani che vanno a combattere in Siria e Iraq. Ieri e' stata la volta del consigliere del Mufti d'Egitto, Ibrahim Negm, condannare come "un atto efferato che offusca l'immagine dell'Islam" la decapitazione di Sotloff. Ma video e messaggi di volontari jihadisti continuano ad apparire su Internet. Come quello, di cui ha parlato il Sunday Times, di una giovane madre britannica convertita all'Islam con il nome di Umm Hussain al-Britani, secondo la quale tutti i cristiani devono essere decapitati con un "bel coltello affilato".(ANSAmed).

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