In piena crisi di rapporti fra Russia, Ue e Usa per via del conflitto ucraino, il leader del Cremlino ha accettato l'invito ad assistere a Belgrado alle celebrazioni per il 70/mo della liberazione dall'occupazione nazista. E pur di avere Putin alla parata militare di dopodomani - la prima dal 1985 - la dirigenza serba ha anticipato di quattro giorni i festeggiamenti (l'anniversario della liberazione cade infatti il 20 ottobre). Putin - che avra' colloqui con il presidente serbo Tomislav Nikolic e con il premier Aleksandar Vucic, e che firmera' una serie di accordi bilaterali - terra' un discorso alla parata militare, per la quale da giorni sono in corso prove su prove con chiusura del traffico e aerei caccia che sfrecciano in continuazione sulla capitale. Cio' tuttavia non causa eccessive proteste e fastidio nella popolazione: un sondaggio diffuso qualche giorno fa ha mostrato che il 71% dei serbi vede con favore la visita di Putin a Belgrado. Difficile probabilmente trovare un altro Paese europeo con un tale tasso di approvazione nei confronti del presidente russo.
In realta' la Serbia e' alle prese da tempo con un audace e non facile 'equilibrismo diplomatico': impegnata da gennaio nel negoziato di adesione alla Ue, un obiettivo questo che la dirigenza serba sottolinea essere prioritario per il Paese, Belgrado ha preso nettamente posizione contro le sanzioni imposte alla Russia da Ue e Usa per la crisi ucraina.
"Quando abbiamo deciso di avviare il negoziato di adesione all'Unione non abbiamo parlato in alcun modo di sanzioni alla Russia", ha detto il presidente Nikolic in una recente intervista ai media russi. "Il nostro Paese, ha aggiunto, intende mantenere buoni rapporti con la Russia e con la Ue".
Del resto, ha osservato, come mai cinque Paesi Ue (Spagna, Romania, Grecia, Cipro, Slovacchia) non hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, come la Serbia e la Russia? La Serbia avra' il prossimo anno la presidenza dell'Osce, e per taluni osservatori la sua posizione di equilibrio fra Mosca e Bruxelles potrebbe favorire un dialogo fra Russia e Occidente su dossier spinosi, a cominciare dalla crisi ucraina. (ANSAmed)
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