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Turchia: l'incubo della strategia della tensione

A due mesi dalle elezioni politiche cruciali per Erdogan

01 aprile 2015, 19:14

Redazione ANSA

ANSACheck
(di Francesco Cerri) (ANSAmed) - ANKARA, 1 APR - Ma che cosa sta succedendo in Turchia? A due mesi dalle cruciali elezioni politiche di giugno, sembra che una mano invisibile abbia schiacciato il pulsante 'caos', scatenando un'improvvisa e infinita spirale di violenza.

"Quello che è successo in un solo giorno in Turchia riempirebbe un giornale scandinavo per un mese", scrive su Hurriyet l'analista Murat Yetkin.

Con le elezioni dietro l'angolo, che potrebbero cambiare il corso della storia in un paese cruciale per l'Occidente, tutto sembra accelerarsi e dare credito agli 'scenari del caos' che ciclicamente si affacciano nella politica turca, e hanno portato in passato a colpi di stato militari e repressioni feroci. Una 'strategia della tensione' insomma, che potrebbe condizionare il risultato elettorale. Nel 'martedì nero' turco ieri è successo di tutto. A Palazzo di Giustizia a Istanbul, uno degli edifici meglio protetti del paese, due 'brigatisti' del Dhkp-C hanno sequestrato un giudice chiedendo 'giustizia' per un ragazzo ucciso dalla polizia durante le proteste di Gezi Park.

E' finita in un bagno di sangue. Nell'assalto delle teste di cuoio magistrato e sequestratori sono morti crivellati di colpi.

Nello stesso giorno un misterioso mega black-out elettrico ha paralizzato il paese. Il premier Amet Davutoglu non ha escluso un attacco terroristico, il ministro dell'Energia un 'cyber-attacco'. Finora senza alcuna prova. Intanto con una 'storica' sentenza sono stati assolti 236 generali e alti ufficiali condannati nel 2013 a pene pesanti, fino all'ergastolo, per un ipotetico golpe contro Erdogan. Un processo servito per piegare i vertici militari eredi di Mustafa Kemal Ataturk e consolidare il potere di Erdogan, che oggi però ha bisogno dei militari.

All'indomani del 'martedì nero' il clima resta incandescente.

Una donna kamikaze e un uomo hanno attaccato la questura di Istanbul. La donna è stata uccisa, l'uomo catturato. Ci sono state decine di arresti di presunti simpatizzanti Dhkp-C, scontri fra manifestanti e polizia, un uomo armato poi arrestato ha assaltato una sede Akp.

Da tempo la celebre 'gola profonda' Fuat Avni - pseudonimo di uno o più misteriosi uomini vicini al potere - anticipa su twitter le manovre più oscure del potere e avverte che il presidente islamico è pronto a tutto per vincere le politiche.

Avrebbe dato mandato al capo dei servizi segreti del Mit, il fedelissimo Hakan Fidan, di programmare attacchi e manovre per discreditare l'opposizione creando un clima di panico che spinga gli elettori verso la sicurezza, cioè l'Akp di Erdogan. Vero, falso? La sola certezza è che il 'sultano' vuole una maggioranza assoluta forte per istituire una super-presidenza, cambiando la costituzione. Una "dittatura islamica", traduce l'opposizione. Ma anche qualche esponente Akp ipotizza un "ritorno dell'impero ottomano". L'impennata di violenza è un 'regalo' per Erdogan, scrive sul sito di Al Jazeera David Lepeska. Gli ultimi sondaggi "hanno fatto squillare campanelli d'allarme" in casa Akp, dice il politologo Cafer Solgun. Danno il partito sotto il 40%, contro il 50% alle politiche del 2011. C'è una fuga di voti verso i nazionalisti del Mhp. Erdogan perderebbe la maggioranza e i due grandi partiti laici Chp e Mhp potrebbero, in teoria, formare un governo e imporgli un'insostenibile 'coabitazione'. Così Erdogan ha cambiato discorso, ha stoppato il processo di pace con i curdi, sfidato gli armeni sul genocidio, fatto votare poteri senza precedenti alla polizia. In uno scenario del caos probabilmente gli elettori in fuga tornerebbero alla 'sicurezza' rappresentata dall'uomo forte del paese, Erdogan.(ANSAmed).

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