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Erdogan ora cerca un ruolo da protagonista

Il raid in Siria dopo il riavvicinamento all'Iran e alla Russia

25 agosto 2016, 16:36

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Alberto Zanconato)

BEIRUT - Prima il riavvicinamento a Russia e Iran, i grandi alleati del presidente siriano Bashar al Assad, ora una ricucitura dei rapporti con gli Usa, che stanno collaborando pienamente all'attacco alla città siriana di Jarablus. Il recente attivismo della diplomazia turca, che si estende al campo militare, conferma l'ambizione di Ankara non solo di salvaguardare i propri interessi in Siria, ma anche di ritagliarsi un ruolo centrale per la soluzione del conflitto.
I jet della Coalizione internazionale a guida americana hanno partecipato con quelli turchi ai bombardamenti sulle forze dell'Isis nel nord della Siria. Ma Ankara ha ottenuto anche un'importante concessione politica quando il vice presidente Usa Joe Biden, in visita in Turchia, ha ingiunto alle milizie curde dell'Ypg di ritirarsi a est dell'Eufrate abbandonando così la città di Manbij, che una decina di giorni fa hanno strappato all'Isis con l'appoggio degli Stati Uniti. "Se non lo faranno, non avranno il supporto degli Stati Uniti", ha avvertito Biden, rivolgendosi a quelli che sono stati finora i principali alleati di Washington nella lotta all'Isis ma che la Turchia considera legati ai curdi turchi del Pkk che si battono per l'indipendenza, e quindi "terroristi".

Tra gli obiettivi principali dell'offensiva su Jarablus c'è la volontà della Turchia di impedire che essa cada nelle mani delle milizie curde con un'avanzata proprio da Manbij, una quarantina di chilometri a sud. Ciò consentirebbe infatti ai curdi di saldare i vasti territori che controllano nel nord della Siria e che corrono per centinaia di chilometri lungo il confine turco. E la preoccupazione che questa situazione possa avere un effetto domino infiammando gli animi delle popolazioni curde oltre confine non riguarda solo la Turchia, ma anche altri Paesi, come l'Iran, e la stessa Siria, le cui truppe hanno ingaggiato nei giorni scorsi combattimenti senza precedenti con le forze dell'Ypg nella regione di Hasaka.

Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e quello turco Mevlut Cavusoglu hanno avuto lunghe discussioni ad Ankara e poi a Teheran. E il dialogo tra i due Paesi è destinato a rafforzarsi con una prossima visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan in Iran.

Ma Ankara vuole farsi promotrice di un'azione a più vasto raggio che coinvolga anche le grandi potenze: "Nella regione è importante che ci sia l'impegno di Usa, Russia, Turchia e Iran per fermare le minacce" terroristiche e "proteggere l'integrità territoriale della Siria", ha detto a Biden Yildirim. 

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