"La posizione di Haftar è particolarmente delicata al momento: la speranza di un'avanzata rapida su Tripoli è oramai venuta meno, ma ora una ritirata o uno stop all'offensiva significherebbe riconoscerne il totale fallimento", ha detto Carlino all'ANSA rispondendo alla domanda se la relativa calma sia spiegabile con la dichiarazione del segretario di Stato americano Mike Pompeo che ha esortato le due fazioni in lotta a tornare ai negoziati e ha sottolineato che Washington si oppone all'offensiva del generale.
"Haftar rischia anche di perdere tutto il capitale politico che aveva conquistato fino ad ora, e per tale motivo è difficile che un veto sia da parte dell'Onu o degli Usa possa frenare l'offensiva dell'Lna", ha aggiunto l'analista. "La sensazione è che Haftar abbia imboccato una strada senza via d'uscita. La calma di non credo sia legata alle dichiarazioni di Pompeo", ha sostenuto Carlino. "I combattimenti proseguono, anche se non con la stessa intensità del weekend - ha aggiunto - e l'impressione è che sia l'Esercito nazionale libico di Haftar sia le forze fedeli al Gna", il governo di accordo nazionale del premier Fayez al-Sarraj, "si stiano semplicemente riorganizzando. Le speculazioni secondo le quali Haftar sarebbe pronto a muovere truppe verso Misurata, infatti, suggerisce che l'escalation attuale è destinata ad approfondirsi", ha concluso l'analista di Ihs Markit.(ANSAmed).
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